Dopo una serie di commedie romantiche, anche Kate Hudson passa al thriller con The Skeleton Key che uscirà in Italia il prossimo 9 settembre e che sarà nei cinema americani dai primi di agosto. Ambientato in Louisiana, il film racconta la storia di una ragazza che lascia New Orleans per andare ad aiutare come badante una coppia di anziani.
Nell’antica dimora accadono strane cose e inquietanti presenze iniziano a essere avvertite dalla giovane che – nonostante tutto – fino all’ultimo resta molto scettica. Diretto da Iain Softley (KPAX) il film ha come coprotagonisti Peter Sarsgaard, Gena Rowlands e John Hurt.
Qual è il requisito più importante per thriller?
Il fatto che il suo finale debba essere inaspettato e sorprenderti. Non mi piace andare a vedere film dove la costruzione è ottima è il finale è insoddisfacente.
Credo che le persone amino vedere film che li fanno sentire vulnerabili fino all’ultimo.
The Skeleton Key è un film dove una normalità apparente è lentamente, ma inesorabilmente "travolta" da eventi misteriosi e inspiegabili…
I film dell’orrore e i thriller che preferisco sono quelli che ti obbligano a confrontarti con le paure che hai dentro. Non mi interessano troppo i film incentrati su omicidi efferati e squartamenti, che ti portano un po’ fuori dalla realtà che tutti conosciamo, bensì quelli che ti mettono davanti a te stessa e a un tipo di angosce molto personali.
Quando ho letto la sceneggiatura di Ehren Kruger, lo stesso sceneggiatore dei due Ring, sono rimasta a bocca aperta per la sua capacità di rendere al meglio la personalità dei protagonisti in relazione a un contesto apparentemente normale, ma – comunque – dal tono un po’ ambiguo.
Soprattutto la fine del film ha qualcosa di fortemente inaspettato: l’elemento sorpresa collegato a quel finale è il motivo principale per cui ho deciso di fare l’attrice e di lavorare nel cinema.
The Skeleton Key è uno di quei film che vorrei vedere come spettatrice. Sono sempre stata una fan del genere thriller e mi sono sempre divertita molto nel sentirmi terrorizzata.
Quali sono i film horror che preferisce?
L’esorcista, Rosemary’s Baby e A Venezia un dicembre rosso shocking di Nicolas Roeg con Donald Sutherland e Julie Christie.
Credo che il soprannaturale esista e che questo tipo di cose possa davvero accadere. Quindi credo che la paura più grande sia quella di potere vedere trasformarsi la realtà che hai di fronte.
Perché sono soprattutto le donne le protagoniste principali degli horror moderni?
Perché a nessuno frega nulla se un uomo si trova nei guai.
Una donna, invece, è sempre più vulnerabile. Il thriller e il genere horror è molto accessibile alle donne: è per questo che io, Naomi Watts di cui sono una grande amica, Nicole Kidman e Jennifer Connelly riceviamo questo tipo di sceneggiature.
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