La vicenda Datagate ha dimostrato quanto sia limitata la riservatezza delle nostre comunicazioni in rete. Edward Snowden, con le sue rivelazioni e la collaborazione del “Washington Post” e del “Guardian”, ha fatto conoscere all’opinione pubblica l’inaudita sorveglianza di massa cui sono sottoposti milioni di persone. Il suo caso dimostra che l’idea di sanzionare come tradimento la rivelazione di informazioni riservate non è affatto morta. Nemmeno il trattamento vergognoso e indegno di uno Stato di diritto cui è stato assoggettato Bradley Manning, è bastato a scoraggiare altri dal seguire le sue orme. Snowden però ha anche imparato alcune cose da Manning. È stato più attento a come e cosa rivelare e a come evitare l’arresto. Dal caso di Bradley Manning ha appreso che non può aspettarsi un processo equo. Oggi è accusato di numerosi episodi di spionaggio; se per ogni singolo capo d’accusa venisse dichiarato colpevole e condannato al massimo della pena, rischierebbe più di 130 anni di carcere.
La vicenda di Edward Snowden mostra che continuano a esserci persone che agiscono in ogni caso secondo coscienza, qualunque sia il rischio personale che corrono. Dobbiamo rallegrarci, perché spesso queste persone costituiscono l’estremo correttivo a dei comportamenti anomali, che, come nel caso Datagate, rappresentano un rischio per la democrazia.
Dobbiamo mostrare il nostro apprezzamento per questo coraggio modificando la società, così da rettificare quei comportamenti anomali e renderli impossibili in futuro. Per fare questo è necessario esercitare una massiccia pressione sulla politica e sui governi, che hanno ben poco interesse a promuovere questo genere di cambiamento.
Ma dobbiamo anche lottare tutti insieme perché a livello tedesco ed europeo sia legalmente sancita la tutela di chi svela quel genere di segreti. Proprio nel giugno 2013 la coalizione che governa la Germania ha respinto diverse proposte di legge in tal senso. Ciò è coerente con il rifiuto opposto dalle autorità tedesche alla domanda di asilo di Edward Snowden, il quale ora si trova a dipendere dalla benevolenza di un personaggio come Vladimir Putin, in un Paese meno democratico quale è la Russia.
Noi tedeschi avremmo dovuto accogliere Edward Snowden in Germania e proteggerlo come un testimone chiave, perché ho la sensazione che in un questo momento ci sia ancora una piccola finestra temporale in cui avremmo la possibilità di difendere la libertà nella nostra società e sottrarla dalle grinfie di uno Stato di polizia. Io e parecchia altra gente lottiamo da anni per questo, ma ora c’è la possibilità che molte più persone comprendano il problema e le sue pericolose conseguenze. Finalmente non siamo più considerati dei paranoici, grazie a Snowden è provato nero su bianco che siamo tutti sorvegliati da servizi segreti ormai fuori controllo.
Finora Edward Snowden si è mosso in maniera intelligente e accorta ed evidentemente ha trovato dei buoni partner nei media. Penso che chiunque riveli dei segreti di quel genere e si trovi ad affrontare un’istituzione come la National Security Agency, o un altro servizio segreto di così alto livello e con gli stessi mezzi a disposizione, farebbe bene a seguire la strategia di Snowden. Anche se è necessario aspettare, per vedere se i media, messi sotto pressione, riescono a mantenersi fermi sulle proprie posizioni. Recentemente il “Guardian”, su richiesta dei servizi britannici, ha dovuto distruggere i primi hard disk con i file relativi al caso Snowden. Un’ulteriore dimostrazione del fatto che oggi e in futuro, per riuscire a contrastare quelle pressioni, siano necessarie delle forti coalizioni.
È anche possibile ideare delle infrastrutture tecniche intelligenti. A seconda del tipo e dell’entità delle informazioni, ci sono comunque dei limiti nella tutela delle fonti in rete. In questo senso, secondo me, è senz’altro meglio avere le spalle coperte da grandi gruppi editoriali e disporre di interlocutori che fungano da garanti e che anche da un punto di vista legale siano in una botte di ferro.
Personalmente, vedo le piattaforme tecniche come WL, OL e altre, innanzitutto come complementari rispetto ai canali tradizionali. Tali piattaforme forniscono una nuova via a tutti coloro che vogliono divulgare notizie relative a comportamenti illegali, inclusi quelli - e sono la stragrande maggioranza - che desiderano farlo, ma non possono o non vogliono affrontare la NSA o un apparato di sorveglianza analogo.
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