Come al solito se non ci fosse da piangere ci sarebbe da ridere, ma siccome non ci va né di piangere né di ridere, mettiamola così: a fare l’eroe è il personaggio (l’attore che gli dà vita…), le situazioni che via via si trova ad affrontare, o è la “canotta”? La canotta, of course…
Messo ‘sto punto fermo Sotto assedio - White House Down di Roland Emmerich è la solita storia dove a seconda dei punti di vista c’è l’eroe giusto (quindi la canotta…) nel posto giusto al momento giusto (stavolta c’è pure una ragazzina figlia della canotta con la faccia da grande, un effetto straniante non poco…), oppure l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato, nel momento sbagliato.
Un po’ Die Hard (la canotta stava pure lì…), della serie uno contro molti, Air Force One, della serie quando il gioco si fa duro pure il presidente comincia a giocare, il tutto nella pancia della White House (cucine, bagni, camere da letto, sotterranei, panic room, giardini, serre, etc. etc.) come forse non s’era mai visto prima.
A seguire: Presidente in carica (James Sawyer/Jamie Foxx) e vice, ufficiali e rinnegati, agenti in carica ed ex agenti, agenti con tutta la carriera davanti (John Cale/Channing Tatum) e agenti ad una settimana dal pensionamento, tutto farebbe brodo se il brodo stesso non finisse col bruciare sul filo dell’esagerazione (troppi colpi, troppe esplosioni, troppe derapate nell’inseguimento nei giardini, troppi cattivi i cattivi, troppo arzigogolato il piano dietro l’attacco, scontato il finale…) e della durata (130 minuti sono francamente troppi…).
Solo per appassionati del genere.
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