Andrej Chikatilo, un nome all'apparenza normale ma che in realtà nasconde uno dei serial killer più spietati della Russia degli anni Novanta, con un modus operandi caratterizzato da strangolamento, sevizie e mutilazioni sessuali, cannibalismo e all'attivo ben 53 vittime accertate le cui gesta vengono raccontate con la solita dovizia di particolari e precisione da Jacopo Pezzan & Giacomo Brunoro nell'e-book "ANDREJ CHIKATILO - Il macellaio di Rostov" Serial Killer Vol. 5. Gli autori, oltre a narrare la storia del killer, presentano in maniera lucida la situazione sociale in cui ha vissuto Andrej ricercando le motivazioni che hanno spinto “un uomo qualsiasi, un modesto insegnante sovietico come molti” a fare ciò che ha fatto ma soprattutto evidenziano le clamorosi sviste, gli errori delle forze dell’ordine, le banali disattenzioni e le mancanze investigative, fattori che hanno permesso ad Andrej di agire indisturbato con il monito che “se tutti avessero fatto il loro dovere molto probabilmente oggi non saremmo qui a parlare di questa tragedia, ma purtroppo abbiamo visto che questo è un particolare che hanno in comune molte indagini sui serial killer.”
Figlio di contadini in un periodo in cui il mondo vive l’incubo imminente della Seconda Guerra Mondiale, Andrej vive in un’epoca in cui “si contarono diversi episodi di cannibalismo, soprattutto nei confronti dei bambini. Lo stesso Chikatilo ebbe un cugino che, durante la grande carestia, venne rapito e mangiato dai vicini disperati per la fame”.
Di certo l'infanzia di Andrej è piena di miseria, umiliazioni, sevizie e botte da parte della madre perché il piccolo non riesce a trattenersi e spesso fa la pipì a letto. Altri fattori che poi segneranno indelebilmente il giovane Andrej, tra cui la mancata ammissione all’Università di Mosca, un vero shock per “lui che puntava tutta sull’istruzione: dentro di lui inizia a covare il rancore e il sospetto, si convince di non essere stato ammesso a causa dell’infamia di suo padre che è tornato dal fronte con l’ignobile marchio di traditore del popolo”. A ciò si aggiungano gravi problemi sessuali che gli impediscono di avere rapporti normali con le sue coetanee e l’esperienza che senza dubbio segna in maniera indelebile il futuro “mostro” è quando, dopo l’ennesimo approccio con una ragazza, questa gli dice “che si era stufata di lui ma Chikatilo, nonostante le proteste, continua a tenerla stretta per qualche secondo. Quella sensazione di dominio assoluto, mista alla paura e allo smarrimento che legge negli occhi della ragazza, gli provoca un vero e proprio eccitamento sessuale.”
La scia di sangue di Andrej inizia il 22 dicembre 1978 sempre con il medesimo modus operandi: abborda adolescenti con qualche promessa di regali, li invita a seguirlo in posti isolati e poi sfoga il suo istinto con stupri, sevizie, e mutilazioni.
Almeno due volte viene fermato dalla polizia sovietica ma viene rilasciato perché “sì, c’è qualcosa a suo carico, ma si tratta di un cittadino iscritto al partito comunista, sposato e con due figli. Uno come tanti insomma.”
Il 20 novembre 1990 viene nuovamente arrestato e grazie alla tenacia dell’ispettore Zanasovski viene finalmente smascherato e il mostro crolla:
«Sono pronto a testimoniare sui crimini che ho commesso, ma per favore non tormentatemi con i dettagli, perché la mia mente non li potrebbe sopportare [...] Provo solo gratitudine verso i corpi inquirenti che mi hanno arrestato».
Un ebook assolutamente da leggere che regala alcune chicche come su “Dopo il processo e la condanna cos’è successo alla famiglia di Chikatilo?” e sulle varie trasposizioni cinematografiche della vicenda del serial killer dai molteplici soprannomi “il Mostro di Rostov, Cittadino X, Lo squartatore rosso oppure Il Macellaio di Rostov”.
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