È da poco uscito per Aracne “Segreti di famiglia. Il delitto di Sarah Scazzi. Le prove, i depistaggi e le lacrime di plastica”, della criminologa Roberta Bruzzone con co-autori Giuseppe Centonze e Filomena Cavallaro: partendo da dati oggettivi quali gli atti processuali e la sentenza di primo grado del 20 aprile 2013, il processo ricostruisce l’intera vicenda delittuosa con rigore scientifico. I fatti sono analizzati con acribia partendo dagli ultimi giorni di vita di Sarah, con particolare attenzione al giorno della scomparsa: «giovedì 26 agosto 2010, uno dei giorni più caldi degli ultimi 50 anni, Sarah Scazzi, 15 anni, subito dopo pranzo si appresta ad andare al mare. L’appuntamento è in via Grazia Deledda 22, a casa della cugina Sabrina Misseri». Già in questo capitolo Roberta Bruzzone evidenzia alcune incongruità nella testimonianza di Sabrina ed inserisce, per inquadrare meglio la personalità di Sarah, un test psicoattitudinale svolto l’anno prima a scuola e un tema in classe. Molti i punti poi approfonditi. Il gioco degli specchi delle principali testimonianze ascoltate durante le indagini preliminari, i cambi di rotta di Michele Misseri, zio di Sarah e padre di Sabrina, che comincia con l’autoaccusarsi dell’omicidio, con l’intento di addossandosi quindi tutte le colpe, arrivando ad indicare il posto dove ha nascosto il cadavere di Sarah: «Alla Mosca… vicino al fondo di mio padre… in un pozzo… se volete vi posso portare… solo che non si vede… però non voglio che lo sappia mia moglie», fino al passaggio in cui si smentisce e accusa la figlia Sabrina, confessando che «lui si è occupato solo dell’occultamento del cadavere».
Nulla viene trascurato: sono riportati l’esame autoptico, le intercettazioni, le indagini tecnico–scientifiche dei RIS, le parole del GUP Pompeo Carriere, i diversi colpi di scena legati agli arresti di Carmine Misseri e Cosimo Cosma, rispettivamente fratello e nipote di Michele Misseri, per concorso in soppressione del cadavere di Sarah, il fermo a maggio 2011 per Cosima Serrano e Sabrina Misseri.
E veniamo al dunque: per Sabrina le accuse «sono di omicidio e concorso in soppressione di cadavere con il padre Michele Misseri e la madre Cosima Serrano. Per Cosima l’accusa è di concorso in omicidio volontario con la figlia Sabrina e concorso in soppressione di cadavere con Michele Misseri e la stessa Sabrina».
Un libro-dossier ben scritto che consente a chiunque di farsi un’idea precisa su uno dei casi più discussi degli ultimi anni. Il lavoro che sta alle spalle di quest’opera è prezioso e certosino, basti pensare solo alla quantità di elementi relativi al processo: «Cinquantadue udienze, circa 200 testimoni nel complesso e, 32 mesi dopo la scomparsa della piccola Sarah, una serie di condanne (tra cui quella all’ergastolo per le due principali imputate) che non lasciano spazio al benché minimo dubbio (ricordiamo che i giudici sono sempre chiamati a pronunciarsi, condannando o assolvendo, oltre ogni ragionevole dubbio) sulla colpevolezza dei 9 imputati nel processo principale (già perché, a quanto sembra altri ne verranno... di processi e di imputati, si intende) secondo la Corte».
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