E’ un artista, un illustratore, un educatore, un formatore, ed è anche uno scrittore che scrive libri per ragazzi “per risarcirli”. Le sue storie sono opere complete, le sue illustrazioni accompagnano spesso le parole conducendo il lettore in viaggi incredibili ed emozionanti avventure; offre sempre riletture affascinanti delle realtà più difficili, di quelle realtà che fanno paura anche ai grandi, dove la guerra, l’emarginazione e il razzismo si mescolano a sentimenti di speranza, intelligenza e fiducia, e che diventano occasioni di crescita se lette… con la lente di Antonio Ferrara!

Sin da piccolo decorava cuscini e bavaglioli, a scuola era l’unico che aveva il permesso di illustrare i propri temi nella colonna riservata alle correzioni dell’insegnante e ad oggi ci ha regalato più di venti pubblicazioni e tra queste ricordiamo Come i pini di Ramallah (Fatatrac), Pane arabo a merenda (Falzea), Il bambino col fucile (Città Aperta), Anguilla (Salani), Batti il muro (Rizzoli), Certi fiori stanno all'ombra (Edizioni EL), Il segreto di Ciro (Il Castoro), e i recenti successi di La maestra è un capitano e L’isola di Cicero (Coccole Books).

Nel 2012 si è aggiudicato il Premio Andersen nella categoria Miglior libro oltre i 15 anni con Ero cattivo (San Paolo), e lo ringraziamo per aver accolto il nostro invito a rispondere a qualche domanda per NarraMondo.

Nelle tue storie nasce prima l’illustrazione o il testo?

Nel caso in cui “me la canto e me la suono”, nel senso che l’editore mi lascia libero di illustrare i miei testi, spesso nasce prima l’immagine e poi la parola. D’altra parte chi scrive lo fa dopo aver “visto” delle immagini nella testa, dunque la cosa mi sembra perfettamente coerente e naturale.

Nei tuoi testi vengono trattate tematiche sociali di grande interesse come la realtà carceraria, la disabilità, la guerra, le migrazioni ecc… credi nella valenza educativa della lettura?

Credo che la scrittura possa fare di un emarginato un eroe epico positivo in cui volentieri identificarsi. Jean Paul Sartre diceva: “La letteratura è quando chi perde vince”.

 

La tua esperienza professionale all’interno di Comunità alloggio per minori quanto ha inciso nella elaborazione delle tue storie?

Credo sia nata proprio là, la voglia di narrare il disagio, di scrivere racconti i cui giovanissimi protagonisti a un certo punto della storia incontrano un problema grosso da risolvere, e a quel punto io mi siedo davanti allo schermo del pc e sto a vedere cosa succede.

Sappiamo che organizzi corsi di scrittura emotiva, in cosa consistono?

In tentativi di dimostrare che la scrittura, tra le tante cose a cui può servire, può essere anche e soprattutto utile veicolo per imparare a nominare e a condividere le proprie emozioni.

 

La tua scrittura appassiona il lettore, come riesci a rendere seduttiva la tua scrittura?

Lavorando (quando funziona) tanto sul linguaggio, sulla prima persona e sul monologo interiore, tutte cose che secondo me favoriscono una immedesimazione empatica del lettore coi personaggi narranti, che appunto parlano in prima persona.

In ebraico esiste una bellissima parola, Miqrà, che vuol dire al tempo stesso “lettura” e “seduzione”: potere seduttivo della lettura. Fantastico, non trovate?

Hai scritto tanti libri di genere diverso, cosa cambia nella tua scrittura al variare della tematica?

Poco, nel senso che mi sforzo di lavorare a una costante che attraversi trasversalmente tutti i racconti e tutti i romanzi, comici o drammatici che siano, e questa costante è per me, appunto, il linguaggio. Se vuoi dire cose nuove devi usare nuove parole, o, meglio, nuove disposizioni delle vecchie parole.

 

Nei tuoi romanzi qual è il peso del mistero?

Il mistero ha un peso notevole, poiché sempre cerco di tenere una cosa magari piccola nascosta se possibile fino alla fine.

Quale libro consiglieresti di mettere in valigia?

Le avventure di Huckleberry Finn, da cui discendono Hemingway, John Fante e tanti altri grandi americani

 

Ci anticipi qualcosa sulla tua prossima pubblicazione?

In ottobre usciranno Scappati di mano, edizioni San Paolo di Milano, una raccolta di racconti brevi su diversi disagi adolescenziali, ciascuno commentato da Filippo Mittino, bravissimo psicologo esperto dell’età evolutiva, e Bucce di Mandarino, albo illustrato sul tema dei bambini figli di genitori divorziati, col mio testo e con le splendide illustrazioni di Serena Intilia, per le edizioni Anicia di Roma.