“Dai, piccolina, ti voglio bene. E questo? Da dove salta fuori?”
“Lo conosci, mamma, è Tommy. Sai, il signor Attilio l’aveva sistemato subito, subito, per farmi contenta. Mi ha visto alla finestra, con Laura, e ha fatto cenno di andare a prenderlo. L’avevo lasciato a Laura, prestato, non regalato, s’intende. Tommy è mio, l’ho trovato io ma Laura non può uscire e Tommy le fa compagnia.”
Un’occhiata al commissario, Angela capisce al volo: dolcemente, con una scusa e una carezza, si fa consegnare l’orsacchiotto e allontana Sara, riaffidandola a Carla.
Un paio di forbici e, sul tavolo della cucina, dal pancino di Tommy cadono decine di bustine sigillate di polvere bianca.
Un’ora dopo, sbrigate le prime formalità, e convinta Sara che Tommy deve aiutare la polizia, già sulla porta, il commissario Guarnieri esita e torna indietro.
“Commissario, cos’altro c’è? In due giorni, un pover’uomo ucciso, la casa scassinata, un péluche pieno di cocaina... non le sembra abbastanza?”
“No, signora Gori... Angela, volevo solo chiederle se poteva offrirmi qualcosa di fresco da bere. Se vuole, se le fa piacere. A me piacerebbe molto conoscere meglio lei e Sara.”
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