Incontriamo l’autore che, con la Newton Compton, sta conquistando sempre più lettori con il suo thriller mozzafiato La cospirazione degli Illuminati.

      

Prima di tutto, chi è G.L. Barone? Non intendo i dati anagrafici, intendo gli interessi che lo stuzzicano e le passioni che lo infiammano.

Chi è G.L. Barone? Grazie a Newton Compton, ti rispondo che oggi sono soprattutto uno scrittore. Se me lo avessi chiesto ieri, però, sarebbe stato più difficile risponderti, perché sono soprattutto uno a cui piace raccontare storie. E le storie che racconto non sono solo sulle pagine dei libri. Scrivere, ultimamente, è diventata l’attività che occupa la maggior parte del mio tempo, tuttavia mi è sempre piaciuto esprimermi in molti modi: suono la chitarra in un gruppo metal da quando avevo quindici anni, sono stato deejay radiofonico, sono attivo nella politica del mio paesino e poi, lavorando nel settore cultura del Comune di Varese, sono a contatto giornalmente con svariate forme d’arte.

       

Come mai hai deciso di pubblicare “La cospirazione degli Illuminati” originariamente in un eBook? È un sintomo dei tempi che cambiano?

L’eBook è un mezzo straordinario, che ti permette di raggiungere migliaia di lettori senza grandi investimenti economici. Per un autore giovane, che vuole farsi conoscere, credo che ormai sia la strada obbligata. Come tutti, prima di arrivare sull’iPad e sul Kindle ho fatto la solita trafila: ho stampato decine di copie del mio libro e le ho spedite agli editori e, quando ero fortunato a ricevere una risposta, questa era una lettera di rifiuto standard. Ho poi provato a rivolgermi ad agenti letterari e anche in questo caso, se si eccettuano i pochi che mi avrebbero preso (a condizione che li pagassi per leggere il libro), ottenni solo porte in faccia.

Poi è arrivato iPad e io che sono un amante della tecnologia ho visto subito grandi potenzialità. Non è stato facile perché all’inizio, per pubblicare su iBookstore, servivano dati fiscali americani che io non avevo. Mi rimboccai le maniche, scrissi a Filadelfia, all’equivalente dei nostri uffici finanziari e riuscii a procurarmi un codice fiscale statunitense. Con quello e un marchio editoriale che mi ero creato, cominciai a vendere il mio ebook.

       

Arrivato in cartaceo, il tuo romanzo sta conquistando tutte le classifiche: quale pensi sia il suo segreto?

Il segreto è che è un libro di intrattenimento, è stato scritto per divertire, intrigare e coinvolgere il lettore. È il genere di thriller che la gente ama leggere prima di addormentarsi o sotto l’ombrellone. Un libro che ti permette di svagarti e di non pensare ai problemi quotidiani.

       

La tua storia su basa su vere istituzioni e veri eventi: non è infatti questo, secondo te, il segreto del successo di un buon thriller?

Hai ragione, la mia storia di fiction poggia su eventi reali come l’incendio alla Cappella del Guarini e la morte del comandante delle Guardie Svizzere. Per fare una similitudine con la vita di tutti i giorni, alla maggior parte della gente interessa di più sapere qualcosa sul vicino di casa piuttosto che su una persona che non conosce. La ricetta del successo della Cospirazione credo sia proprio questa: il fatto che il pubblico riesce a riconoscere e a immedesimarsi in eventi reali. Questo lo incuriosisce e lo spinge ad andare avanti nella lettura, per cercare di capire cosa c’è dietro ai fatti che conosce. Come si suol dire: spesso i retroscena sono più interessanti della scena stessa.

       

C’è stato qualche tuo lettore che, magari sottovoce, ti chiesto «ma è tutto vero?»

Più di uno. Con i social media siamo in contatto tutti i giorni con i lettori, si crea una sorta di confronto, di complicità. A chi mi chiede cosa ci sia di vero, però, dico sempre la stessa cosa: la realtà a volte supera la fantasia. È sufficiente guardare cosa è successo e cosa sta succedendo allo IOR da marzo a oggi: vertici azzerati, monsignori arrestati... come ti ho detto, la verità supera la fantasia.

       

Forte della tua esperienza, non credi che la vera “rivoluzione” dell’eBook consista nel dare più possibilità a nuovi autori di farsi conoscere?

È certamente così. Senza l’eBook nessuno avrebbe saputo del mio libro e certamente Newton Compton non si sarebbe interessata a me. Fino a sei mesi fa ero uno dei mille autori sconosciuti che cercava di emergere in un mondo, quello dell’editoria, che visto dell’esterno sembrava chiuso e ristretto a pochi. Se tu oggi mi stai intervistando è soprattutto grazie all’eBook!

       

Ora che il romanzo sta spopolando in cartaceo, userai ancora il digitale per il tuo prossimo lavoro?

L’eBook sarà sempre più determinante nel mondo dell’editoria, e questo, alla Newton Compton, sono tra i pochi ad averlo già capito. L’idea stessa di lanciare dei romanzi a puntate esclusivi solo per il digitale ti fa capire quanto il fenomeno sia preso in considerazione. Stiamo parlando di feuilleton del ventunesimo secolo, un modo per far rinascere il romanzo d’appendice, che potrà solo far bene anche all’editoria tradizionale, magari avvicinando alla lettura persone che non usano andare in libreria.

Per quanto riguarda me, ho un contratto che mi vincola a Newton Compton quindi farò quello che decideranno loro... ma sono abbastanza certo che decideranno di sì.

          

Per saperne di più sul lavoro di G.L. Barone, ecco il link del suo sito ufficiale: www.glbarone.it/