Una bambina di sette anni uccide la nonna con una sparachiodi, mentre nel mondo, dalla Spagna allo Yorkshire, un’ondata di inspiegabile violenza sembra coinvolgere i bambini, che si ribellano e uccidono senza pietà. Un operations manager taiwanese viene trovato ridotto in poltiglia all’interno di un impianto di trasformazione del legno. Due fatti assolutamente inspiegabili e lontani anni luce fra loro. Ma Hesketh Lock andrà alla ricerca delle connessioni, dei modelli di comportamento, della verità attraverso il susseguirsi delle vicende più crudeli e impossibili. Hersketh è un antropologo con la Sindrome di Asperghen, una forma di autismo “ad alto funzionamento”, fanatico degli orgami, razionale fino all’inverosimile, definito dalla sua ex “un robot di carne” (un dottor Spock umano), che ha un vero talento per individuare modelli di comportamento e delineare dinamiche di gruppo. E così, chiamato ad investigate in un gruppo di ricerca, dovrà suo malgrado rendersi conto che il suo pensiero razionale comincia lentamente a disgregarsi sotto la spinta devastante di comportamenti e trasformazioni sociali inspiegabili. Il tutto mentre il suo adorato figliastro Freddy comincia a divenire parte di questa anomalia che sta abbracciando il mondo e proprio nel comportamento di Freddy si nasconderà l’incredibile verità.

L’imprevisto è l’ultimo romanzo di Liz Jensen pubblicato da Fanucci col marchio timeCRIME (già uscito L’ultima profezia, timeCRIME, 2012), si tratta di un romanzo originale e sorprendente, con efficaci e inquietanti venature apocalittiche.

Lo stile è dinamico e serrato, scattante e spiazzante, a volte si ha difficoltà ad allinearsi alla mente originale e disturbata del protagonista. Continui sbalzi narrativi confondono e mescolano le carte di una narrativa di genere matura e di grande impatto.

Ma se ci si concentra sulla lettura, e ci si abbandona al filo rosso della tensione e della narrazione imbastito dall’autrice si comincia a scorgere il profilo di un disegno ardito e complesso, e i frammenti narrativi disseminati e sparpagliati fra le pagine cominciano a ricomporsi, si avvicinano lentamente raschiando l’immaginario pavimento della nostra mente e si congiungono in uno specchio infranto, rimandando il riflesso distorto e crudele di una società che si va disgregando di un mondo prossimo al collasso.

L’imprevisto non è un libro facile, non è un libro che si può leggere in qualsiasi momento, ma va compreso e calibrato in quei momenti in cui si ha voglia di perdersi e cadere, divertirsi e forse un po’ soffrire… lentamente pagina dopo pagina. Fino a un finale poetico e crudele fra le pieghe di un fragile origami.