Con Dave Brandstetter…
Scomparso di Joseph Hansen, LIT 2013.
Da ragazzetto degli anni Cinquanta i froci erano froci, via. A trovarli per le strade di paese insulti, sberleffi, sghignazzate. Altri tempi. Da vergognarsi. Come leggendo i libri di Joseph Hansen in cui compare l’investigatore Dave Brandstetter della Pinnacle Assicurazioni. Gay. Con i ricordi struggenti del suo compagno Rod venuto a mancare che lasciano un tocco al cuore tanto lievi e puri.
In California a Pima (anni sessanta). Fox Olson, famoso speaker radiofonico, musicista e scrittore, sparisce dopo un incidente in macchina, spappolata in un burrone. Dave alla sua ricerca. Piano, piano attraverso gli incontri con i membri della famiglia e i personaggi a lui in qualche modo legati, ecco i primi spunti, il quadro che si delinea, gli intrecci relazionali, i possibili moventi di una sua possibile morte violenta (il sindaco Chalmers che forse ce l’aveva con lui per una questione di appalti, un tizio francese che voleva vederlo…).
Incontri e incontri, persone e persone (perfino una partita a scacchi con un bambino in carrozzella), luoghi diversi tratteggiati con amore, ricordi e ricordi, il tempo che passa, i desideri che cambiano (il padre puttaniere vorrebbe, addirittura, un nipote). La ricerca va avanti, ferma, incrollabile, svela sentimenti e passioni, risvolti insospettati fino all’ultima pagina con il passato che ritorna inflessibile. Non una parola mancante, non una parola di troppo. Il racconto fila spedito senza il peso della scrittura con straordinaria delicatezza.
Il Nostro al centro della scena insieme al Tempo. Dimagrito e addolorato, lasagne e salsiccia, pane tostato all’aglio e vino (anche un Martini se ci sta bene), Madge vecchia amica lesbica lasciata dalla compagna di turno, una stretta di mano, spunti sulla vita, la Traviata a ricordargli, tremenda, il suo Rod. Il Tempo, dicevo, che scolora e il Tempo che ravviva. Perché per Hansen la vita ha da continuare. Per Dave, per Madge. Per tutti.
A fine lettura un po’ di commozione e un certo rossore per quello stupido ragazzetto degli anni Cinquanta.
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