Siamo in un hotel di lusso della calda ed assolata Giamaica quando un ricco signore straniero si avvicina al protagonista e gli propone «Vogliamo fare una scommessetta?» Comincia così una delle memorabili storie del brivido di Roald Dahl, divenuto celebre in seguito principalmente per il suo romanzo La fabbrica del cioccolato.
Il misterioso ricco straniero di nome Carlos propone al protagonista di accendere dieci volte di seguito il suo accendino, che egli ha decantato per la capacità di non sbagliare un colpo: se per tutte le volte l’accendino funzionerà, il protagonista vincerà una nuovissima Cadillac fiammante; ma alla prima accensione fallita... la scommessa è persa. E la posta in gioco per il giovane è davvero inquietante: il mignolo della mano sinistra.
In fondo il rischio non è così alto, così lo scommettitore accetta e si fa legare la mano su un paiolo di legno: comincia ad azionare l’accendino mentre Carlos fissa tesissimo il suo mignolo con la mannaia in pugno... Ma arrivato all’ottava accensione riuscita, entra in scena una donna: la moglie di Carlos. È l’elemento che porta tutto alla realtà, che fa capire a tutti quanto siano dei pazzi ad accettare le scommesse di quello schizzato del marito. Che peraltro non potrebbe neanche giocare nulla perché il suo patrimonio ormai appartiene tutto alla moglie... che l’ha vinto giocandosi più d’un dito!
La scommessa (Man from the South, 1948), apparso originariamente il 4 settembre 1948 sul celebre “Collier’s Magazine” e poi raccolto nell’antologia Storie impreviste (Tales of the Unexpected, 1979), tradotta in Italia da Attilio Veraldi (Longanesi 1989), è stato portato ufficialmente in TV quattro volte, ma in totale esistono almeno sei versioni che si possono far risalire ad esso.
L’uomo del Sud - questo il titolo dell’episodio in Italia - arriva tardi nella serie, è il 15° della quinta stagione (3 gennaio 1960) ma lascia un segno profondo. Sceneggiata da William May, questa versione è fedelissima al testo di Dahl.
Il protagonista è un giovane Steve McQueen, che accetta la sfida di un eccezionale Peter Lorre, grande caratterista del cinema anche qui perfetto come sempre. In un pregiato bianco e nero la vicenda si svolge lineare finché la moglie di Carlos non entra in scena, stavolta dopo il settimo tentativo. Mentre spiega la situazione, infatti, McQueen si accorge che la sua ragazza si è messa una sigaretta in bocca: la raggiunge, accende l’accendino... ma questo fa cilecca! Se non fosse intervenuta la moglie del riccone, l’ottavo tentativo sarebbe costato un dito allo scommettitore.
Siamo sempre in Giamaica, e quando il giovane protagonista (Michael Ontkean) vuole essere gentile ed accendere il sigaro del vecchio riccone (José Ferrer), ecco che parte la scommessa. Ad eccezione del fatto che il protagonista e la ragazza già si conoscevano, non ci sono differenze con il racconto di Dahl o con l’episodio di Hitchcock.
Per avere qualche guizzo di originalità si dovrà aspettare il 5 maggio 1985, quando riparte la versione moderna di Alfred Hitchcock Presenta, a cinque anni dalla morte del titolare. In quel 5 maggio vengono trasmessi quattro episodi da venti minuti che fanno da pilot alla serie: il secondo di questi è proprio Man from the South.
Con grande carisma, Huston dà vita ad un vecchio capriccioso che guarda il mignolo del protagonista quasi con appetito, regalando a tutta la scena una marcia in più. Inoltre stavolta il povero scommettitore non può fermarsi a 7 o a 8 tentativi come negli altri casi: arriva fino a 10 tondi tondi. È lì, con l’accendino ancora acceso, che esulta perché ha vinto, quando entra la moglie di Carlos (Kim Novak) che, sbattendo la porta, fa corrente... e fa spegnere l’accendino!
Tranquilli, la mannaia cala ma Huston ha capito che ormai il gioco è finito...
Passano cinque anni e un altro grande regista entra in ballo: Walter Hill. Chiamato, insieme ad altri big, a dirigere un episodio della celebre serie Tales from the Crypt - che in Italia ha vissuto travagliate vicende ma che è nota come I racconti della cripta - ha voluto scrivere una sceneggiatura che strizzasse l’occhio (anzi, il dito!) al racconto di Dahl.
Ovviamente Dahl non è fra i crediti dell’episodio, ma tutta la vicenda è permeata dall’immagine del Man from South, e non a caso Henriksen indossa tanto di cappello da cowboy, come i Lorre e Huston che l’hanno preceduto.
Come un mantra, passano altri cinque anni e la storia di Dahl torna a ripresentarsi, anche stavolta in un “episodio”. Non si tratta però di una serie televisiva, bensì di un film ad episodi: stiamo parlando di Four Rooms (1995).
Il Monsignor è un hotel prestigioso frequentato da molte viziate star del cinema, che dovranno essere accudite dal povero inserviente Tim Roth: tutto si aspetta, l’intraprendente factotum, tranne di dove gestire un logorroico e incontenibile Quentin Tarantino.
Questi interpreta Chester Rush, regista del film di successo Lo strano detective che sta dando un party di fine anno nella grande suite dell’albergo. «E ora si va in scena con L’uomo di Rio», esclama Quentin: rimane misterioso il motivo per cui l’episodio The Man from South venga qui ribattezzato The Man from Rio.
Manca lo shock finale, manca la moglie menomata del riccone, ma non ce n’è bisogno, perché a differenza di tutti gli altri casi... lo scommettitore fallisce al primo tentativo e in un nanosecondo Roth cala la mannaia, taglia e si porta a casa mille dollari!
Annegando in fiume inarrestabile di parole in libertà, del tutto inutili alla sceneggiatura, si chiude il sipario su una storia che dal 1955 al 1995 ha affascinato registi e spettatori.
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