Era il momento di intensificare le manovre di attacco. Basta con la melina. Mirella partì con il contropiede: «O la consulente di economia domestica. Lì si che c’ho talento».

Santino piegò leggermente la testa di lato, come una bestiola che non capiva un richiamo.

«Sono una vera esperta. Tu, per esempio, hai i tuoi bei cazzi, altro che. Il mutuo della casa della tua ex con tanto di bagno piastrellato extralusso, il televisore al plasma per farti le seghe di notte coi canali porno satellitari, le rate di quella specie di elicottero che ti sei comprato per macchina, ah dimenticavo, quella sanguisuga di tuo figlio... continuo?»

Santino pensò che ai colleghi non bisognava mai raccontare i fatti propri. Mai. Che quelli, alla prima occasione, te li spiattellavano in faccia. Lei però li batteva tutti, anche se le raccontavi poco: «Ma io sono certa che i soldi non ti mancano, visto quello che hai combinato l’altra notte...»

La difesa, con ogni evidenza, si era addormentata.

Partì con un affondo nel cuore dell’area di rigore: «La riconosci questa?».

Gli mostrò una boccetta minuscola, di quelle che di solito contengono collirio. Gliela sventolò sotto al naso, l’altro tentò di afferrarla, ma lei se la infilò subito nella tasca del cardigan.

«Vedo che non ti stai divertendo. Ti faccio un altro giochino: indovina la citazione: Qua non muore nessuno, senza il mio permesso. Chi l’ha detto?»

«Stronza». La sigaretta di Santino si era consumata fino al filtro, spegnendosi da sola, ancora stretta fra le dita.

Mirella gonfiò la rete. 1-0. Palla al centro.

Occhi negli occhi, rimmel contro congiuntivite, rughe contro fard. In quelle quattro palle a confronto, c’erano tutti i loro trent’anni di differenza.

«Eh, vecchio volpone!»

Santino estrasse dalla tasca una carta gialla da duecento Euro: «E fatteli bastare, carogna».

«Non credo proprio, socio. Perché ora io e te questo siamo. Soci. Cinquanta e cinquanta».

Il sangue di Santino sembrò evaporare in un istante: divenne bianco come un lenzuolo. Girò i tacchi e se ne andò.

«Dove vai, oh? Dobbiamo parlare, metterci d’accordo!»

Sciacquo, strizzatina e...

«Mi scusi, signora. Mi scusi assai se ci passo sopra al lavoro». Santino poteva anche essere un po’ rozzo, ma l’educazione se la ricordava, ogni tanto.

«Passi pure. Vada, vada».

La donna, che aveva sempre e comunque più dell’orologiaio che dell’addetto alle pulizie, sapeva che a questo punto il mal di schiena l’avrebbe morsa come un cane rabbioso. Si appoggiò al palo del mocio e osservò Santino allontanarsi su per il corridoio. Misurò l’ombra di quell’uomo basso allungarsi sul linoleum fino a scomparire nella prospettiva. Decise che avrebbe ripreso a lavorare quando di quell’infermiere gentile non sarebbe rimasto altro che un puntino che oscillava sull’orizzonte visivo.

Intanto, la fotocellula scattò e la porta si aprì. La ragazza era ancora là. Camminava avanti e indietro. Si guardò le tette sotto la divisa verde, poi ne saggiò la consistenza - scarsa, scarsissima - e riprese il su e giù.

Il corridoio era deserto.

In fondo, ronzavano solo i neon.

Era tempo di rimettersi al lavoro.

Sciacquo, strizzatina. Sinistra, destra.

2

La notte del pasticciaccio

Mirella socchiuse le persiane che facevano filtrare nel monolocale la luce del giorno. Guardò l’orologio e pensò: ahi, quasi le otto.

Aprì l’acqua della doccia, si spogliò dei vestiti e delle lenti a contatto e, dopo aver preparato tutto un armamentario di saponi e cremine, s’infilò nel box. Accarezzandosi la pelle col docciaschiuma allo yogurt e vaniglia, fantasticò sulla bava che quel suo corpicino tornito faceva colare in corsia. Non solo, sorrise ripensando a Santino. Che tipo: divorziato, gran puttaniere e giocatore d’azzardo, diventava tutto un peperone se si parlava di sesso. Quella sua morale da contadino la faceva divertire da matti. E lei non perdeva occasione per giocarci, come quella volta che aveva scoperto e sequestrato un porno in fondo a un cassetto della sala infermieri: glielo restituì due giorni dopo, nei quali Santino mise in croce tutti i colleghi maschi per riaverlo. Riconsegnando il DVD, Mirella aveva dichiarato con sufficienza: «Manca di sceneggiatura e un minimo di impianto narrativo. Buona però la performance del protagonista». Lui prese fuoco come paglia.