L’artificio letterario, il gioco allo stesso tempo innocente e malizioso che l’autore instaura con il lettore, non è più apprezzato (a parte pochi intenditori): per fortuna ci sono autori ispirati che hanno mantenuto la fanciullesca voglia di divertirsi con le parole, nascondendo dietro un thriller all’apparenza “moderno” l’antico divertissement della finzione che precede la realtà.

Trama di sangue di Arno Strobel non è il solito thriller nordico a cui i lettori italiani sono abituati: dietro la sua maschera ci sono radici che affondano nel vizio più vergognoso e violento e sanguinoso dell’essere umano. Quello di scrivere libri!

       

Nina Hartmann riceve per posta un pacco curioso, contenente il «thriller di anonimo» dal titolo semplice e lapidario: “Il lettore”. Se già il titolo è abbastanza fuori dall’ordinario - una deliziosa commistione fra il leggere e l’esser letto - lo è molto di più il supporto su cui questo thriller è scritto. Un supporto di vera pella... verissima pella. «Ma non di un animale» è costretta a notare Nina.

Quando viene ritrovata una donna uccisa a cui è stata brutalmente tagliata la pelle dalla schiena, la domanda degli investigatori nasce spontanea: chi mai può concepire una barbarie simile? Chi mai può essere così perverso da pensare di tagliare della pelle su cui scrivere un thriller? La risposta è molto meno ovvia: forse può riuscirci lo scrittore che ha firmato un thriller in cui vengono uccise delle donne per tagliare loro la pelle dalla schiena e scriverci un thriller.

Il serpente Ouroboros ha dato il primo morso alla propria coda: il romanzo è appena iniziato e già ci rendiamo conto di star viaggiando per la striscia di Moebius, senza inizio e senza fine. Perché Arno Strobel è uno scrittore che ha scritto un thriller su uno scrittore che ha scritto un thriller su uno scrittore che ha scritto un thriller... all’infinito!

Con un artificio delizioso - che se fosse casuale sarebbe ancora più stuzzicante - a pagina 49 del romanzo Trama di sangue l’autore (vero) ci informa che esiste un romanzo di un autore (falso) che tratta praticamente lo stesso argomento, ma talmente male che uno dei suoi lettori lo ha gettato via a pagina 50, cioè quasi esattamente dove noi - altri suoi lettori - scopriamo questo gioco di rimandi, un divertissement letterario usato solo dai migliori e più ispirati autori di pseudobiblia: di “libri falsi” che giocano con quelli reali. E come si chiama questo libro falso che racconta la stessa storia del libro vero? Be’, è davvero scontato: Trama di sangue.

    

È un gioco antico, che forse oggi è dimenticato. È la schiava che racconta al sultano le Mille e una notte, e fra tutti quei racconti ce n’è uno che parla di una schiava che racconta al sultano le Mille e una notte. È il dramma di un principe danese che, scoperto l’atto fratricida dello zio, mette in scena un dramma in cui un principe danese scopre l’atto fratricida dello zio. Non stiamo parlando di sottili sfumature, perché a questo gioco hanno voluto partecipare autori di vari media.

Fra gli esempi più recenti c’è il caso del telefilm The Following, in cui un serial killer ha scritto un romanzo su un serial killer e ogni puntata che vediamo corrisponde a un suo capitolo che prende vita. Ma ancora più vicino a Trama di sangue c’è Basic Instinct, divenuto celebre per mere ragioni di “accavallamento gambe” ma in realtà grande thriller pseudobiblico. La protagonista è un’autrice di thriller che vede i propri romanzi diventare in seguito realtà: come può la polizia non sospettarla, visto che stanno accadendo degli omicidi esattamente come lei li ha descritti?

Lo stesso accade a Christoph Jahn, lo scrittore che in Trama di sangue ha scritto il thriller Trama di sangue, e i cui omicidi stanno avendo luogo esattamente come li ha inventati lui. «La copertina era nera, con il titolo impresso a grandi lettere verdi, lucenti, in modo da riempirne tutta la larghezza. Sulla parola Trama era distesa una donna nuda, fotografata di schiena.» Il romanzo che l’assassino sta scrivendo sulla pelle delle sue povere vittime è quello che Johannes Kuhnert, il personaggio nato dalla penna di Jahn, scrive nel romanzo Trama di sangue.

       

Ma c’è dell’altro. Strobel riesce a costruire un giallo “classico”, con i soliti personaggi di cui il lettore sospetterà man mano che escono fuori informazioni, ma a calarli in una realtà quasi inedita, o meglio inedita per il lettore medio di thriller. Quel mondo corrotto e poco raccomandabile chiamato “editoria”.

Tutti i bibliofili sanno che si può uccidere per un libro, esattamente come si può uccidere per soldi o vendetta. E se tutti e tre questi moventi coincidessero? Il mondo dell’editoria - compresi i librai - abbonda di moventi per uccidere, e Arno Strobel imbastisce una trama molto intrigante in cui nessuno ha la coscienza pulita, riuscendo quindi ad aprire una parentesi dalla storia thriller per mettere i riflettori su che brutto posto può essere il mondo editoriale.

Trama di sangue - quello vero! - è un romanzo sorprendente, che soddisferà gli amanti del thriller ma soprattutto gli estimatori di storie che ruotano su libri o su giochi letterari. È una ventata d’aria fresca quella che Corbaccio porta in libreria, e se ne sentiva davvero il bisogno.