Con la detective privata Zara Bosdaves…

La donna di troppo di Enrico Pandiani, Rizzoli 2013.

Zara Bosdaves, investigatrice privata a Torino, diciannove anni nella polizia di stato, divorziata, figlia giovincella a Londra, compagna di un bel fusto nero, François, che gestisce il locale “Le Cosmopolite”. Aggiungo capelli biondi, corpo snello, sensuale, gambe lunghe e muscolose e pure bel culo secondo un occhio esterno, ora di ginnastica akido per tenersi in forma, videogioco Call of Duty per scaricare i nervi, difficile rapporto con il padre anzianotto e farfallone (madre morta ripetutamente tradita) a cui non piace François. Segretario dell’agenzia investigativa Pietro Bona, laureato in Giurisprudenza ma, visto i tempi che corrono (sono quelli della crisi europea e italiana), meglio di niente.

Agenzia con poco lavoro, qualche adulterio, una faccenda di spionaggio industriale fino a quando muore in un incidente poco chiaro Leone Dalmazzo, il numero uno della Global Medica, e l’ex moglie Lucrezia chiede alla nostra di ritrovare il figlio Francesco (al centro di tutta la vicenda insieme ai misteri della sua famiglia). L’ispettore capo Michele Ferruglio (razzista il giusto), la sconsiglia. Troppo pericoloso, ma vai a convincerla.

Due sciamannati delinquenti che la seguono, uno (il duro) fissato con i romanzi di Saramago e uno alle prese con la difficile preparazione di sigarette (macchiette). Di mezzo pure il fratello di Leone invischiato in faccende sporche e un magnate russo, spaccio di droga, morti ammazzati e la stessa Zara in costante pericolo.

Personaggi credibili (ce ne sono diversi), vivi, concreti, movimento, spari e botte ma anche pause di riflessione e commozione, colpi di scena a go-go, belle canzoni, Pinguino da slurp, lesbismo (accenno), sesso il giusto senza strafare, squarci di città bella e torbida. Il tutto amalgamato con una prosa forte e scattante, lieve al momento giusto, quando non infiorettata in qua e là di una sorridente ironia. Un inno pure alla diversità che l’amore non conosce confini e manda al diavolo tutte le cazzate razziali.

Ancora un colpo ben riuscito del vecchio Panda (passatemela).