Everybody was Kung Fu fighting cantava Carl Douglas moltissimi anni fa. Erano gli anni ’70 e, per noi che eravamo ragazzi a quei tempi, l’Oriente, la sua tradizione marziale e i suoi eroi, arrivavano come un’esotica novità, una ventata d’aria fresca nel panorama delle nostre fantasie coltivate su modelli a stelle e strisce.

Non un mondo totalmente alieno e sconosciuto, però. Echeggiava dei ricordi di avventure salgariane, delle gesta cinematografiche dei vari agenti speciali conoscitori del “colpo segreto” e di storie a fumetti pubblicate sugli albi speciali del Corrierino. L’Asia (che era molto diversa nell’immaginario da quella che i telegiornali ci mostravano con le foto del conflitto vietnamita) possedeva una magia ammaliatrice unica. Un reame fantastico che piombò tutto in una volta su di noi imponendosi con l’adrenalinica energia del cinema di Hong Kong, ma non solo.

          

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