Dagli anni Quaranta torna prepotentemente a noi il detective privato Mike Hammer, il personaggio pulp nato dalla penna del prolifico Mickey Spillane. L’eredità dello scrittore è stata raccolta dal romanziere Max Allan Collins, che dal 2008 ha iniziato a completare i progetti lasciati in sospeso da Spillane.
I lettori del Giallo Mondadori già conoscono queste opere “redivive”: nel 2009 abbiamo incontrato il primo della serie, La reliquia che scotta (n. 2983), e nel 2012 il terzo, Il marcio nella città (n. 3059). Il Giallo Mondadori di questo mese (n. 3081) presenta il secondo atteso romanzo della serie: New York Calibro 45 (Kiss Her Goodbye, 2011).
Dalla quarta di copertina:
Mike non ci voleva tornare, a Manhattan. Aveva le sue buone ragioni per starne alla larga. Nessuna nostalgia, nessun senso di vuoto. Ma il funerale di un suo vecchio mentore in polizia, Bill Doolan, è una ragione altrettanto valida per cambiare idea. Si è ucciso sparandosi un colpo, dicono. Una versione dei fatti credibile giusto per chi non lo conosceva, o per chi è in malafede. Quindi non per lui. E imbattersi nel cadavere di una donna assassinata lungo il tragitto di ritorno dal cimitero, dopo la cerimonia, non aiuta a fugare i sospetti e rasserenare gli animi. Difficile, quando ci sono di mezzo dei diamanti, una gang di trafficanti di droga e tutto il marciume della giungla d’asfalto. No, Mike Hammer non avrebbe dovuto rimettere piede nella metropoli. Ora è tardi per ripensarci. Ora è tempo di fare pulizia.
Dall’incipit:
Non volevo tornare a New York.
Non era più nulla per me. Dopo un anno me l’ero praticamente tolta dal cuore e dalla mente. Nessuna nostalgia, nessun senso di vuoto. Non sentivo la mancanza del posto che era stato una parte così grande della mia vita.
Non volevo tornare nella città che avevo abbandonato dopo una furiosa sparatoria che ormai solo io ricordavo, una sparatoria che aveva spazzato via Manhattan dai miei pensieri.
Già ancor prima che me ne andassi il cosiddetto progresso aveva distrutto tutti i luoghi a me cari, lasciando di loro delle tristi reliquie per poi farne dei locali alla moda in cui radunare gli idioti che volevano essere “in”. Quando avevano demolito il vecchio ristorante Nastro Azzurro nella Quarantaquattresima Ovest era stato l’inizio della fine. Perché mai avrei dovuto tornare?
Solo Pat Chambers poteva farmi cambiare idea. Pat Chambers, il capitano della Omicidi che mi aveva ostacolato e aiutato per tutta la mia sanguinosa carriera, una carriera che aveva provocato più di un colpo apoplettico al Potere e che aveva fatto vendere i tabloid come il pane. La sua voce al telefono era stata amichevole, non mi aveva chiesto perché fossi scomparso, come se già lo sapesse e approvasse la mia scelta.
Nato a Brooklyn nel 1918, Mickey Spillane iniziò a collaborare a riviste di narrativa nel 1935 e negli anni Quaranta divenne sceneggiatore di fumetti. Passato al giallo, raggiunse in breve un immenso successo portando all’estremo elementi dell’hardboiled quali la violenza, il sesso e il disprezzo delle regole. Nel 1983 ricevette il Private Eye Writers of America per la carriera. Spillane è scomparso nel 2006.
Max Allan Collins, nato nel 1948, è stato definito “l’uomo del Rinascimento del mystery” per l’ecletticità della sua produzione in questo campo. Dal suo graphic novel Road to Perdition è stato tratto nel 2002 un film con Tom Hanks. Ha vinto lo Shamus Award con il primo romanzo della sua serie incentrata sull’investigatore Nathan Heller e altri prestigiosi premi per le sue sceneggiature. È stato autore dei fumetti di Dick Tracy dal 1977 al 1993 e spesso anche di quelli di Batman. Ha al suo attivo numerose altre serie mystery e novelization, anche sotto pseudonimo.
I due autori hanno collaborato a diversi progetti, fra cui antologie di racconti e fumetti.
Il Giallo Mondadori n. 3082 propone un nome noto ai suoi lettori, il romanzo Enrico Luceri, con il romanzo che ha vinto il Premio Tedeschi 2008: Buio come una cantina chiusa.
Dalla quarta di copertina:
Nell’anniversario della morte di suo padre, Alfredo Zardi ha deciso di riaprire per un restauro la villa di famiglia, chiusa dai tempi del luttuoso evento. Una decisione non facile, sofferta, perché all’origine di quella perdita non c’è una causa naturale, ma un apparente suicidio. Per questo è tanto più sconvolgente per lui scoprire che il luogo è abitato: da qualcuno che, a giudicare da numerosi indizi, sembra essere proprio suo padre... Mentre la polizia torna a occuparsi del caso, in qualche modo collegato alla scomparsa di un senzatetto, si moltiplicano episodi sempre più inequivocabili e la mente di Alfredo comincia a vacillare. Come può davvero pensare che uno spettro sia venuto dall’aldilà per tormentarlo? Sta forse impazzendo? O qualcuno sta diabolicamente manipolando il suo dolore per farglielo credere?
Ecco un estratto dell’incipit:
L’uomo era seduto sul bordo del letto, intento ad allacciarsi le stringhe delle scarpe. Sembrava anziano, di media statura, con i capelli bianchi. Indossava un paio di pantaloni marrone, consumati sulle gambe e lisi all’altezza della cucitura delle tasche posteriori. La camicia bianca, aperta sul collo, rivelava il bordo di una canottiera di lana.
[...]
Indossò con una certa fatica un cappotto color cammello, calzandolo bene con un paio di movimenti delle spalle. Aprì il primo cassetto del comò e ne estrasse una spazzola, con cui aggiustò attentamente la riga fra i capelli bianchi, prima di calcarsi in testa un vecchio feltro marrone. Frugò ancora nel cassetto, fra alcuni capi di biancheria, e afferrò una pistola, che osservò con apparente indifferenza. Infilò l’arma nella tasca del cappotto, si volse verso la porta della stanza e la socchiuse. Adesso esitava, la mano sempre appoggiata sulla maniglia. Si voltò e abbracciò l’ambiente con uno sguardo circolare. Scosse leggermente il capo, come se non fosse convinto di ciò che si apprestava a fare. Abbassò la testa, fissando il pavimento di marmo grezzo e la punta delle sue scarpe, chiuse gli occhi e restò così qualche istante, con il respiro affannoso e le braccia lungo i fianchi. Quando d’improvviso sollevò il capo, la sua espressione era cambiata: per la prima volta un sorriso distese i lineamenti tirati. Ora appariva rilassato, il respiro era più regolare, come quello di un giovane. Accarezzò la tasca del cappotto che conteneva la pistola, quindi si voltò di scatto e uscì dal locale. Dopo che ebbe richiuso la porta alle sue spalle, per qualche istante si sentirono solo i suoi passi pesanti che si allontanavano, poi la stanza restò immersa nell’ombra e nel silenzio.
All’interno, l’elenco di tutti gli autori e titoli pubblicati a oggi nel Giallo Mondadori.
Enrico Luceri, romano, laureato in Ingegneria, ha scritto romanzi, racconti, saggi, articoli, soggetti e sceneggiature cinematografiche. Fra le sue ultime pubblicazioni, i romanzi Il mio volto è uno specchio (Il Giallo Mondadori n. 2967), vincitore nel 2008 del Premio Tedeschi, e Le strade di sera (Hobby&Work, 2012), la raccolta Le colpe vecchie fanno le ombre lunghe (Prospettiva, 2008), i racconti presenti nelle antologie Delitto capitale (Hobby&Work, 2010), 365 racconti erotici per un anno (Delos Books, 2010), 365 racconti horror per un anno (Delos Books, 2011) e il saggio La porta sul giallo (Prospettiva, 2010), scritto insieme a Sabina Marchesi. Fra il 2009 e il 2011 sette suoi articoli sono stati pubblicati in appendice al Giallo Mondadori.
New York Calibro 45 di Mickey Spillane e Max Allan Collins (Il Giallo Mondadori n. 3081), 210 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Igor Longo
Buio come una cantina chiusa di Enrico Luceri (Il Giallo Mondadori n. 3082), 210 pagine, euro 4,90
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