Non ci posso credere!...
I detective dell’impossibile di Edgar Wallace, S.S. Van Dine, Christianna Brand, Mondadori 2013, a cura di Mauro Boncompagni.
I Quattro giusti di Edgar Wallace.
Quattro uomini, di cui uno di recente affiliazione (deve avere un compito ben preciso), votati a riparare i torti e vendicare le ingiustizie. Sono ormai diverse le persone che hanno subito le loro condanne. Ora tocca al ministro degli esteri britannici, sir Philip Ramon, che vuole proporre una legge bastarda concernente l’estradizione dei rifugiati politici. Un bel duello tra le forze di polizia (si mette pure una taglia) e i nostri vendicatori con l’intera città di Londra in subbuglio, compresi i giornali. Riuscirà il ministro a cavarsela restando chiuso nel suo studio dove non passa nemmeno un ago? Io ho qualche dubbio…
La tragedia di casa Coe di S.S. Van Dine.
Siamo di fronte alla “più acuta e profonda indagine” della carriera di Philo Vance. Ad aiutarlo in questo caso la sua profonda conoscenza dei cani (in particolare di un terrier scozzese) e delle ceramiche cinesi. In breve il misterioso assassinio di Archer Coe nella sua camera da letto chiusa dall’interno. Un foro nella tempia destra, in mano un revolver, sangue in bocca, lieve frattura del cranio, ferita profonda sotto la scapola. Morto con vestaglia e stivaletti. “C’è qualcosa di bizzarro qui…di maledettamente bizzarro”. Ma nello strano e bizzarro Vance ci sguazza felice come un porcello nel fango (mi è venuta così). Aggiungo due pezzi di spago e due spilli, una profonda conoscenza di trucchi sul delitto in una camera chiusa (ricorda pure un classico espediente di Wallace). Poi arrivano altri morti e siamo tutti in estrema tensione…
La calda nebbia bianca di Christianna Brand.
Il giovane Giles racconta ad un vecchio il caso di un omicidio. Quello dell’avvocato Gemminy trovato morto strangolato nel suo studio, legato alla sua poltrona e pugnalato alla schiena, la porta chiusa dall’interno, unica finestra altrettanto chiusa con pannello rotto. Morente aveva chiamato la polizia con un assurdo messaggio, parlando di qualcuno che svaniva nel nulla e urlando di terrore “Le lunghe braccia!” e che la scrivania era in fiamme. Altra fine similare per un poliziotto. Superba e lucida analisi del vecchio che risolve il mistero attraverso i dati forniti da Giles.
Geniale.
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