«Al cento per cento! Ecco...ora!»
«È riuscito a fuggire, ancora una volta! Me l’ha fatta di nuovo, quel figlio di puttana, stronzo, maledetto!»
«Non mi piace questo turpiloquio! Capisco il tuo disappunto ma la nostra categoria ha sempre avuto stile. Non siamo sporchi assassini, siamo degli artisti, nel nostro genere, è chiaro? E poi se mi permetti, te l’avevo detto che non mi sembrava una buona idea affrontarlo da solo. Se univamo le forze, a quest’ora era tutto finito, concluso, e quello era definitivamente defunto.»
«Hai ragione, ho perso la testa, l’avevo già preso... hai visto anche tu!»
«Ho visto, sì. Se invece di fare la sceneggiata, lo accoppavi subito, non ti scappava! Capisco che volevi un po’ di gratificazione, il terrore negli occhi, eccetera, eccetera , ma insomma! Bisogna saper valutare la situazione.»
«Hai ragione, hai mille ragioni! È finita, era l’ultima occasione. Non ci riuscirò più, mai più, né con lui, né con altri. Devo ritirarmi, mi devo rassegnare. Non ho più il cervello, lo scatto... sono vecchio, vecchio, vecchio!»
«Non fare così, amico! Sai che ti dico? Domani torniamo e, se non basta, dopodomani e il giorno dopo ancora, finché non portiamo a termine la missione, insieme. Puoi giurarci, te lo garantisco!»
«È inutile, è tutto inutile...»
«Basta! Domani qui, alla stessa ora. E ci stiamo anche tutta la notte. D’accordo?»
«E la tua bella con gli occhi verdi? O sono azzurri?»
«Sono verdi, avevi indovinato, conosci i miei gusti. Aspetterà, come ha aspettato stasera. Alle femmine non vanno date tante spiegazioni, se no si montano la testa... gli amici vengono prima di tutto. Allora? Domani, stesso posto, stessa ora.»
«Va bene.»
«E non mi rispondere “va bene” con quel tono avvilito! Su con la vita! Coda dritta e via, sicuro, convinto. Lo prendiamo, quel topo malefico. A domani sera...»
«D’accordo, a domani sera. E grazie, sei un amico vero. Miao.»
© 2013 Donatella Fabbri
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