Uno sperduto paesino vicino al confine messicano, diventa l’epicentro di una battaglia tra FBI e un narcotrafficante di recente evasione. Tra i due litiganti a godere sarà lo sceriffo Ray Owens al quale il ritorno “quasi” in pompa magna di Arnold Schwarzenegger offre oltre alla solita stazza ma appesantita dagli anni pure qualche difficoltà nel rimettersi in piedi come è facile dedurre dai pietosi tagli di montaggio allorquando il buon Schwarzy si ritrova a doversi risollevare da terra.
Ma cosa importa, visto che se anche gli anni passano la cornice che lo al ritorno dopo la parentesi da governatore è delle migliori, merito di uno script non nuovissimo ma scoppiettante e capace di regalare ironia e battute che più non si potrebbe ed una regia, quella del Sud-coreano Kim Jee-woon (suo il notevole Bittersweet life), per intero en plain eir e capace di non butta via una scena che una regalando con il car chase nel un campo di mais la chicca che consegna The Last Stand - L'ultima sfida alla categoria di quelle pellicole che si impongono senza sforzo all’attenzione di chi guarda, a patto di riuscire a ricacciare indietro i dubbi di natura etica sull’enorme quantità di armi messe in campo con grande leggerezza.
La battuta? Il villain: “Mi hai rovinato la macchina”. Schwarzy “E tu hai rovinato il mio giorno libero”.
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