Consiglio a tutti la lettura de La cappella dei penitenti grigi di Maurizio Lanteri e Lilli Luini (Nord), perché è un intreccio di storia e storie davvero emozionante e sempre teso sul filo della suspense fino alla fine. È un romanzo in cui il passato e il presente si compenetrano in un gioco di scatole cinesi che tiene il lettore incollato alle pagine, sempre sulla spalla dei protagonisti, sempre in attesa di quel che succederà.
È un romanzo scritto a quattro mani e anche se non si può dire che sia una novità assoluta, si pensi a Way&Wickham o Fruttero&Lucentini per non parlare di Preston&Child, è abbastanza non comune perché i miei tacchi a spillo mi spingano a scoprire qualcosa di più sui suoi autori e sulla genesi del romanzo... è con somma soddisfazione pertanto che ho trovato gli autori e li ho intervistati!
Benvenuti quindi a Maurizio Lanteri e Lilli Luini... Non è affatto comune la scrittura a quattro mani, così di primo acchito sorgono già diversi problemi logistici di non poco conto, e voi avete scritto ben quattro romanzi, mi viene da pensare che la vostra bolletta del telefono sia chilometrica e invece scopro che avete scritto tutto il primo libro senza mai prendere in mano il telefono, cos’è... siete connessi telepaticamente?
Luini
Be’, non proprio tutto... ne abbiamo scritto circa metà. Poi, siccome Maurizio andava in ferie e all’epoca non si parlava di connessione Internet anche dalla spiaggia, ho dovuto rassegnarmi e dargli il mio numero di telefono. All’epoca avevo un sacco di pregiudizi sulla rete, la vedevo come un covo di maniaci tutti pronti a insidiare me, figurati un po’. Comunque il telefono ha due svantaggi: uno, il costo, che abbiamo superato grazie a quelle meravigliose promozioni del tu e io, you and me, eccetera, che di solito la gente fa per parlare d’amore e noi invece di cadaveri. Il secondo svantaggio invece è insuperabile: ed è che quando sei in pubblico, e l’altro ti telefona perché sta scrivendo uno snodo importante, ti dimentichi di tutto e cominci a parlare della trama. Dopo un momento ti accorgi che intorno a te ci sono facce allibite, occhi che si chiedono “ma questo è un serial killer o cosa”? La telepatia... quando si tratta di trama, in effetti, pare ci sia proprio, a volte caviamo dal cilindro la stessa idea nello stesso momento.
Lanteri
In realtà con Lilli abbiamo pubblicato sei libri, più uno che abbiamo nel cassetto, più uno appena iniziato.
L’esperienza del primo (La forgia del diavolo) è stata particolare e diversa da tutte le altre. La cosa è nata da un’idea che mi girava in testa da qualche tempo: scrivere una storia nella storia. Di fatto, i due protagonisti scrivono un libro via internet, senza conoscersi preventivamente, ognuno perseguendo suoi obiettivi nascosti. Noi abbiamo fatto altrettanto, dopo esserci conosciuti in un sito di autori esordienti. Io scrivevo un capitolo dal punto di vista del mio personaggio, lo spedivo, attendevo la replica di Lilli e sulla base di quella proseguivo, e così fino alla fine della storia. Non parlarci, non conoscerci, accresceva il mistero e il piacere di scrivere.
Infatti, subito dopo aver messo la parola fine alla Forgia, abbiamo deciso di proseguire.
Alle prese con progetti e trame più convenzionali, la metodologia è cambiata.
In quella fase, e fino a quando hanno inventato le tariffe “you&me”, le bollette sono diventate in effetti chilometriche. Costruire le trame, i personaggi, gli intrecci al telefono è diventata un’abitudine pluri-quotidiana. Ricordo molti aneddoti al riguardo, con le persone intorno a me esterrefatte nel sentirmi parlare disinvoltamente di omicidi, occultamento di cadaveri, partite di droga, ’ndrangheta e quant’altro. Se davvero esiste il grande orecchio di Ocelon, di sicuro abbiamo acceso il suo interesse.
Quanto alla... telepatia, una certa forma si è sviluppata nel corso di dieci anni. Nel senso che quasi sempre so a priori cosa la mia socia dirà su una certa cosa. Ma è troppo bello sentirlo dalla sua voce. E poi le idee migliori ci vengono quando parliamo a caso, senza freni - lo chiamano brainstorming - come si innescasse una specie di mente collettiva che è la somma delle nostre e qualcosa di più. In una parola, non riuscirei a concepire un altro modo di scrivere. Dipendente.
Dalle note
La cappella dei Penitenti Grigi ha colpito la nostra immaginazione fin dalla prima visita a Aigues-Mortes.
È un edificio modesto, alquanto trascurato e - come abbiamo presto scoperto - quasi impossibile da visitare. Il contrasto con il resto della città, tirato a lucido e affollato di turisti in ogni mese dell’anno, risulta stridente. È come se qualcuno avesse voluto di proposito spegnere i riflettori, distogliere l’attenzione dei più.
È così che è nato questo romanzo? Lanteri-Luini sono passati per la strada e hanno captato un potenziale mistero? Un passato, anzi due passati e il presente che si intersecano e si inseguono a ritmo serrato fino all’ultimo colpo di scena finale?
Luini
Metti insieme questi ingredienti: una chiesa del 1600 che compare sulle guide turistiche ma che non ti vogliono far visitare, un libro appena ristampato che nessuna sa dove si trovi, un sito internet che scompare subito dopo che tu hai girato la città chiedendo proprio di quel libro... ce n’è abbastanza per infiammare la mente di due romanzieri.
Se poi aggiungi che la chiesa si trova nel cuore della Camargue, che entrambi amiamo, e nella città più ricca di storia, da dove è passata una scia di persecuzioni religiose e razziali che attraversa i secoli, ecco che nasce l’idea, quella che non ti abbandona più. Poi, ovviamente, si comincia a scavare, e la storia salta fuori un poco alla volta..
Lanteri
Qualche volta piacerebbe anche a me che le cose capitassero così, ma naturalmente la realtà è ben diversa.
Passeggiando per luoghi attraversati dalla storia, dal sangue, dalla sofferenza, è facile captare delle... vibrazioni, presagire dei misteri. Allora la fantasia si accende, i neuroni lanciano segnali d’impazienza.
Questo però è solo l’inizio. Citando uno dei nostri maestri di scrittura - lo Stephen King di On Writing - siamo nella condizione di un archeologo che vede affiorare un manico di terracotta dalla sabbia. Subito si affanna a scavare attorno a quel primo reperto, lavorando con tutta la lena e la perizia di cui è capace, ma solo a scavo finito scoprirà se si tratta di un coccio, oppure dell’anfora intera. Noi scriviamo così, partendo da un’idea che ci colpisce, documentandoci, sviluppandola nei discorsi fra noi, creando personaggi, scoprendo un pezzettino della storia ogni giorno, insieme a loro
Usando un’altra metafora, presa dalla mia passione per il mare, navighiamo a vista, sperando alla fine di poter gridare: terra! Finora l’istinto non ci ha mai tradito.
[...] I segreti della Cappella svelati in queste pagine sono esclusivo frutto della nostra immaginazione, così come i personaggi di cui abbiamo narrato.
Eppure potrebbero essere veri, tanto sono realistici: c’è un segreto, una ricetta? Anche non facile...
Luini
Per me l’unica ricetta è vivere in questo mondo, guardarmi attorno, farmi domande e conoscere. Conoscere il passato, la storia, e non fermarsi alla superficie delle cose. Questa è passione che ho fin da bambina. Ho avuto la fortuna di crescere con persone sulle quali era passata la Storia, e che con i loro racconti mi hanno fatto capire che le cose, quando le affronti, sono molto più complicate di quello che ci insegnano a scuola. Che dietro i fatti ci sono le persone, con tutto il loro bagaglio di vissuti e di emozioni. Se capisci le persone, se ti inventi un personaggio realistico, possibile, anche le sue azioni lo saranno.
Lanteri
È un mistero anche per me. Immaginare una storia e “vedere” nella mente i personaggi che vi potrebbero agire è per me un processo automatico. Nei miei personaggi c’è molto di me, delle persone che ho incontrato nel corso della mia vita, delle mie letture. E naturalmente c’è il contributo che porta Lilli, con il suo vissuto e il suo immaginario. Sono realistici? Lo consideriamo uno dei complimenti più belli. Forse lo sono perché di loro, quando li creiamo, ci piace sapere tutto, ma proprio tutto, anche tante cose che poi nella pagina scritta non compaiono. Questo accade non solo per i protagonisti, ma anche per le figure minori. Ci serve per immaginarli a tutto tondo, per considerarli amici, compagni di viaggio da cui poi ci separiamo a malincuore.
So che non ci sono parti di Lanteri o parti di Luini, indipendentemente da chi le scrive, ogni romanzo è uno ed è vostro ma... sicuri sicuri che non c’è un personaggio che l’una o l’altro consideri più suo rispetto agli altri? Se sì, quale? E se no, perché?
Luini
No. Perché anche se logicamente ogni personaggio è sorto dall’uno o dall’altro, poi diventa comune. E nel suo destino interveniamo entrambi. Per esempio, Deanne l’ha messa al mondo Maurizio e io l’ho uccisa. Diego il contrario!
Lanteri
Se proprio devo essere sincero, c’è un protagonista che esprime un modo di essere e di pensare tipicamente maschile, al punto che - Lilli confermerà - scriverne essendo dell’altro sesso risulta davvero improbo. Alludo ad Al Squazzoni. Ci sono particolarmente legato perché, a differenza della maggior parte dei nostri personaggi, ha un preciso riferimento nella realtà, un amico e collega molto fiero di essere entrato nelle nostre fantasie. Come spesso mi accade, nel corso della stesura, ha avuto un’evoluzione inaspettata prendendo quasi vita propria. Io intendevo stigmatizzare un certo tipo di... maschilismo e di intraprendenza “pelosa” verso le donne, suscitare anche un po’ di derisione verso certi approcci sfacciati. Il risultato è stato l’opposto, se è vero che molte lettrici (leggi tutte) ne sono attratte. In compenso ho imparato io stesso alcuni trucchetti che mi sarebbero venuti bene, diciamo tanti anni fa.
Il personaggio femminile che sento più vicino? Sicuramente Isabeau, cui aggiungerei una delle ultime nate, la contessina Marie-Anne di Nesle, futura amante di Luigi XV.
E con questa risposta Maurizio mi ha praticamente tolto l’ultima domanda di bocca! Ebbene sì, sono una di quelle lettrici caduta sotto il fascino cisposo di Al Squazzoni, questo bad-boy mai redento al quale la Fortuna strizza sempre l’occhio... ma anche Daniele ha un suo fascino e allora, autori, l’ultima domanda sarà per i protagonisti del libro: definite Fabienne e Daniele...
Luini
Fabienne fa parte di quella che io chiamo “la meglio gioventù”. Coraggiosa, appassionata, capace di buttarsi nella mischia e mettersi in gioco, con il rischio di piangere, di ritrovarsi a terra. Le voglio bene come a una sorella minore, ma non mi assomiglia per niente. Anche perché io e lei apparteniamo non solo a generazioni diverse ma proprio a mondi diversi. Ma guardando le ragazze come lei, e ce ne sono tante, sono orgogliosa di quello che abbiamo fatto noi, le loro madri, partendo da una realtà in cui le donne non sceglievano ma venivano scelte.
Lanteri
Daniele Ferrara è il contraltare dello sfavillante Al Squazzoni. l’antieroe che non ti aspetti in un romanzo d’avventura. All’inizio della storia la sua è una vita normale, quasi grigia. Insegna in un liceo dopo aver fallito la carriera universitaria di storico medievalista. Non ha una donna perché, dopo essersi scottato, teme le complicazioni di un rapporto. Una coerenza a se stesso pagata con l’isolamento. A sconvolgere le sue certezze ci pensano prima Al Squazzoni, trascinandolo a Aigues-Mortes, sul set di Discovery Channel. E poi, naturalmente, Fabienne, la spregiudicata e incasinatissima Fabienne, così diversa da lui che gli sarà proprio impossibile non innamorarsene. Daniele è forse il personaggio che nel libro fa il percorso più lungo verso una nuova maturità. Detto fra noi, sono molto soddisfatto del risultato. Ora lo aspetto alla prova del prossimo romanzo, in cui dovrà assumersi responsabilità ancora maggiori. Ne vedrete delle belle.
Vorrei ringraziare Lilli e Maurizio per le risposte argute e illuminanti oltre che per l’ottima anteprima sulla notizia che è in lavorazione il seguito del romanzo!
Agli altri... Buona lettura!
Link ai primi capitoli on-line:
http://ebook.illibraio.it/servizi/ecommerce/edigita/dettaglioBook.aspx?code=EDGT24429
Videotrailer:
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID