«Tutto il movimento non aveva mai pensato di vincere una guerra. Solo di incominciarla» ammette Cathal Goulding, che nel 1962 fu nominato capo di stato maggiore dell’IRA. Il marchio di fabbrica dell’irredentismo irlandese è infatti uno spirito rivoluzionario animato più da improvvisazioni e momenti umorali che da un progetto politico a lunga scadenza. Le posizioni del protestanti e dei cattolici dell’Ulster sono del tutto inconciliabili. Di più, all’interno della stessa area repubblicana, convivono scuole di pensiero molto differenti. In molte oc­casioni anzi, l’IRA ha subìto gli attacchi del Sinn Feinn, il partito ufficiale dell’irredentismo.

Comunque, nel corso di questo secolo, moderati ed estremisti si sono trovati d’accordo sul motto: guai per l’Inghilterra, opportunità per l’Irlanda. E per ben due volte la Mainland, nome dato dagli irlandesi all’isola britannica, ha dovuto affrontare una temibile potenza avversaria, la Germania. Così, sia du­rante la Prima che la Seconda guerra mondiale, l’IRA si è trovata a elaborare piani con i nemici degli inglesi.

           

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