Stiamo parlando della particolarità del termine inglese nightmare, derivante dall’antico sassone: sintomo di una patologia del sonno per i dotti, demone notturno per il popolo.
Abbiamo chiuso la precedente puntata affermando che almeno un traduttore di William Shakespeare ha saputo analizzare a fondo la lingua italiana e ha saputo trovare la vera traduzione del nightmare, termine che il celebre drammaturgo ha inserito nel suo Re Lear (1606 circa), citando una filastrocca dei suoi tempi.
È il momento di svelare il nome del traduttore in questione: si tratta di Cino Chiarini, che tradusse il Re Lear per Sansoni nel 1910. Il brano in questione, «He met the Night-Mare / and her nine foals», suona dunque così: «Incontrò la fantasima e le sue nove scolte».
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