Un ex cecchino dell’esercito accusato del delitto di cinque persone chiede aiuto a Jack Reacher, un ex ufficiale della polizia militare americana…
Il problema che si avverte nello scrivere qualcosa su Jack Reacher - La prova decisiva è quello di correre il serio rischio di non riuscire ad aggiungere nulla di nuovo a quanto già scritto in abbondanza, e cioè che si tratta del “riposizionamento” di Tom Cruise, interprete e produttore, in vista di un eventuale abbandono della serie di missioni impossibili, sicuro che la regia Christopher McQuarrie (al debutto dopo alti e bassi negli script, vedi…) non gli chiederà nulla che non possa interpretare alla meglio. Così va il mondo (e noi appresso…) solo che non capiremo mai perché quello che poteva essere riservato/svelato alla fine ci sia propinato ben prima della stessa. Già, perché a meno di non essere distratti di brutto ci si accorge benissimo che il cecchino dell'incipit non è affatto quello che viene accusato della strage ed allora buona notte e sogni d’oro alle sorprese.
Un po’ thriller, un po’ action (un bell’inseguimento con Cruise a bordo di una Camaro tra car…), un po’ troppo lungo e quindi qua e là prolisso, ascetico (mostrare/mostrarsi ma non toccarsi…) e in più si vede che gli manca quel pizzico di realismo che la saga di Bourne invece ha.
Che altro dire? Che Cruise fa tanto Il cavaliere della valle solitaria (mi sa che hanno già scritto pure questo …) e che ci piange un poco il cuore vedere Werner Herzog (che un tempo amavamo molto…) davanti alla cinepresa anziché saperlo dietro.
Ultima cosa: occhio alla monetina...
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