«Hai ragione, sono uno sbruffone. Ma uno sbruffone bastardo»: così si presenta l’incontenibile, irresistibile, irriverente e insopportabile pallone gonfiato più celebre e amato del mondo dei videogiochi: quel Duke Nukem che orde di fanatici (come chi scrive!) hanno guidato attraverso le carneficine più plateali e le missioni più sconclusionate, spargendo sangue e bigliettoni volanti.
Stiamo parlando di un personaggio larger than life, nato per una serie di fortunati videogiochi “sparatutto in soggettiva” che hanno spopolato: il “duca nucleare” era la versione rozza e cafona di Doom o del più elegante Wolfenstein. Con questi giochi si faceva sul serio, con il Duca si rideva a crepapelle.
GP Publishing - nel quarto volume della sua collana JustComics - ha l’ardire di presentare anche in Italia un personaggio esagerato ed esuberante che rischia di essere troppo fine nella sua rozzezza, che rischia cioè di non essere compreso dai fantomatici “giovani d’oggi” che a volte prendono troppo sul serio i personaggi dei videogiochi.
Onore al merito alla GP Publishing, quindi, davvero “nucleare” per proporre ai lettori italiani questo imperdibile e assolutamente irresistibile Duke Nukem. Bastardo glorioso.
Tom Waltz scrive una sceneggiatura che attinge sì al personaggio videoludico ma sa anche ricreare quell’ideale di action hero che dopo gli anni Ottanta il cinema si è rifiutato di replicare: lo smargiasso faccia da schiaffi che sa tirar fuori la battuta giusta al momento giusto, che sa essere sfacciato con le donne ma soprattutto sa prendere i mostri a calci nel sedere. Duke Nukem è tutto questo... e molto di più!
A dispetto degli eroi d’azione degli ultimi trent’anni - tutti teneroni e pieni di sensi di colpa - il Duca si presenta totalmente piatto nella sua personalità: è un action hero che non sa fare altro che sparare, saltare e sc...hivare storie d’amore...
Il personaggio non ha tridimensionalità, non ha profondità e non dice nulla che non sia una battuta smargiassa: ed è perfetto, perché è così che tutti i fan ricordano il Duca, cioè nella bidimensionale foggia del videogioco. Quel mondo digitale avviluppante in cui si andava avanti a forza di «Who want some?», chi ne vuole?, e «Come get some», vieni a prenderne un po’. Il tutto spruzzato da valanghe di citazioni e giochi di parole: insomma, assolutamente imperdibile.
Assieme Waltz, il disegnatore Xermanico (facile pseudonimo dell’impegnativo Alejandro Germanico Benito Gonzalez), che esordisce proprio con queste tavole, regala al lettore un Duke Nukem perfetto dal punto di vista iconografico: inamovibile nel suo vestiario ma capace di azioni rocambolesche, esattamente come il videogioco.
Ma insomma, qualcuno si dirà, se non si sono passate ore a giocare ai vari videogiochi con il Duca protagonista, non vale la pena leggere questo fumetto? Niente di più sbagliato: Bastardo glorioso è una storia totalmente slegata da quelle videoludiche - ad eccezione di sottili ma secondari collegamenti - assolutamente godibile in sé per sé tenendo però sempre conto che ci si trova al cospetto del Duca: il più esagerato degli eroi, il più bastardo degli sbruffoni.
Chiude il bel volume la spumeggiante storia Un altro buco nel muro, che presenta al suo interno tante piccole storie smargiasse che vedono Duke Nukem alle prese con i pericoli più incredibili e improbabili, risolvendo sempre la situazione in modo rigorosamente... nucleare!
«Il mio nome è Duke Nukem. Quello che voglio è fare a botte e masticare chewing-gum. E i chewing-gum li ho finiti.»
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