Un vero e proprio regalo di Natale ci attende in edicola, con l’arrivo questo mese di una nuova imperdibile uscita fuori collana. Un nome storico del Giallo Mondadori come Mauro Boncompagni ci invita tutti ad un viaggio da brivido con Gli Speciali del Giallo Mondadori n. 68, dedicato questa volta ai Veleni letali.

Tre autori classici per tre romanzi imperdibili.

         

Ecco l’incipit dell’introduzione di Boncompagni:

«I veleni, specie quelli insoliti, costituiscono da sempre una grande risorsa per lo scrittore di polizieschi, tanto da potersi considerare forse come l’arma più versatile nell’arsenale dello specialista. I veleni possono essere impiegati per simulare cause di decesso naturali, ma l’assassino intelligente può anche riuscire a farli ingerire alla sua vittima trovandosi in un luogo diverso al momento della somministrazione, così da costituirsi un alibi. Da questo punto di vista, si potrebbe pensare che il veleno sia il metodo più facile e più conveniente per commettere un omicidio, proprio perché l’assassino non ha bisogno di essere presente sulla scena, mentre nella quasi totalità delle altre metodiche la sua presenza diventa necessaria, e quindi il rischio di venire scoperto aumenta in proporzione

           

Si inizia con una delle colonne portanti del giallo: John Dickson Carr, con il suo Piazza pulita (Poison in Jest, 1932)

Trama - Jeff Marle, in visita presso la residenza dei Quayle, scopre che i membri della famiglia si odiano profondamente, ma sono tutti uniti nell’odiare ancora di più il patriarca, il giudice Quayle. Che finisce avvelenato, tra ombre che si aggirano nella notte e le apparizioni di una misteriosa mano marmorea...

Copertina di Robert Maguire (Copyright Berkley Books)
Copertina di Robert Maguire (Copyright Berkley Books)
Con la traduzione di Iti Dussich Knowles - risalente a Il Giallo Mondadori n. 247 (24 ottobre 1953) ma anche a I Classici del Giallo Mondadori n. 157 (1973) - viene presentato il primo romanzo che l’autore statunitense ha dedicato al suo particolarissimo personaggio del capo della Polizia di Parigi Henri Bencolin. (Gli Omnibus Gialli hanno dedicato nel 1993 un volume antologico ai romanzi con questo protagonista, dal titolo Bencolin della polizia di Parigi, curato dallo stesso Boncompagni.)

Ecco un estratto:

— E quel tale, come si chiama?

— Bencolin?

— È il capo della polizia di Parigi — disse lentamente, fissando il bicchiere. Spostò lo sguardo intorno a sé, gli occhi

arrossati, finché lo posò sulla statua. — Mi piacerebbe conoscerlo.

— Sembrò accorgersi solo allora del bicchiere che aveva davanti e bevve un lungo sorso di cognac. — Tentano di spaventarmi, in questa casa, di spaventarmi a morte. Ma non ci riusciranno!

Prese un altro sorso e la sua mano tremava, la sua figura magra, vestita di nero, sembrò vacillare e gocce di sudore imperlarono la fronte rugosa; capii che stava per perdere il controllo di se stesso.

            

Si continua con l’apprezzatissima Hillary Waugh e il suo Veleno in famiglia (Pure Poison, 1966), appartenente al ciclo di romanzi che l’autrice statunitense ha dedicato al personaggio di Fred Fellows.

Trama - Il vicesovrintendente della scuola di Stockford e sua moglie, un’insegnante, stanno cenando a casa, un lunedì sera. Pasticcio di cipolle. Poco dopo lei sta malissimo e lui muore fra atroci dolori. Nella pietanza, una dose massiccia di stricnina. Per Fred Fellows, capo della polizia, uno dei casi più oscuri della sua carriera.

La traduzione di Alda Carrer ci ricorda la prima apparizione del testo in Italia, grazie a Garden Editoriale nel 1987.

Ecco la presentazione del personaggio di molti romanzi della Waugh:

Fred C. Fellows, capo della polizia di Stockford, stava sudando abbondantemente, ma non se ne curava. Era un pezzo d’uomo, alto quasi un metro e novanta, dalla corporatura robusta e solida, sempre a lottare perché la circonferenza della vita non superasse quella del torace, e la stanza in cui si trovava non offriva sedili adatti alla sua mole. Quello che occupava era duro, stretto e scomodo, ma lo sopportava.

            

Si arriva quindi all’ottimo Anthony Berkeley con il suo breve Il barattolo sbagliato (The Wrong Jar, 1940), la cui unica altra apparizione italiana risale al rarissimo n. 39 de I Gialli di Ellery Queen (Garzanti 1953).

Trama - Una donna è morta per avvelenamento da arsenico. Somministrazione accidentale, per gli inquirenti, forse un errore nella preparazione di un medicinale. Poi il marito viene arrestato con l’accusa di omicidio. Ma Roger Sheringham non è convinto: la mente che ha architettato il delitto secondo lui è un’altra. Diabolica.

Ecco l’incipit:

— Ehi? — disse Roger Sheringham, aspro. — Che c’è, Moresby? Prendete un altro poco di birra — aggiunse, indifferente. voi….

— Grazie, signor Sheringham, accetto volentieri. Stavo dicendo di quel caso di avvelenamento a Marston — riprese l’ispettore capo, come ebbe riempito il suo boccale. — Ne avrete letto, immagino. Bene, ce lo vedete quel Bracey che avvelena la moglie? Non ne sono affatto sicuro. Capirei se le avesse fracassato la testa con un martello. Ma mettere dell’arsenico nella medicina? No, non mi sorprenderebbe sapere che la polizia locale si è comportata con una certa qual leggerezza. Anzi, e questo resti strettamente tra noi, si è comportata con una leggerezza eccessiva. In ogni modo, non ci hanno chiamato in causa, e così non è affar mio. Ma se fossi in

— Sì? — si affrettò a dire Roger.

— Vi piace rovistare un po’ in cose del genere, vero? Bene, se andaste a Marston e vi metteste in contatto con gli avvocati di quell’uomo, offrendovi per una piccola indagine non ufficiale, non mi meraviglierei di vedervi scoprire qualcosa di interessante.

          

Veleni letali a cura di Mauro Boncompagni (Gli Speciali del Giallo Mondadori n. 68), 350 pagine, euro 5,50