Sarà vero che gli italiani sono ossessionati da Silvio Berlusconi? Su ThrillerMagazine non ci sentiamo di rispondere a una domanda così delicata, ma una cosa è certa: negli ultimi mesi sono usciti almeno quattro romanzi che sfiorano la fantapolitica per raccontare in modi molto diversi il tormentone di Zelig, quell'Attentato! ai danni del Presidente del Consiglio più volte agitato come uno spauracchio dal giornalista Beppe Braida.
Il più recente è 2005 Dopo Cristo, uscito a maggio per le edizioni Einaudi e scritto da un collettivo di autori (la "Babette Factory") che ruotano intorno alla casa editrice Minimum Fax. La storia è quella di un Paese che scivola lentamente nel baratro di una tragedia vissuta come farsa. In una prestigiosa villa in Toscana, il vecchio Sinisgalli trama ambigui disegni sulla politica italiana: un piano per uccidere il Presidente del Consiglio. Trascinati dal destino fino al fondo di questa oscura vicenda, un giovane universitario geniale e sprovveduto, una bionda misteriosa e il luciferino Andrea Abate, sono alcuni dei personaggi che si muovono al centro di un gioco più grande di loro, tra raduni situazionisti, missioni segrete e party esclusivi. La Babette Factory è composta da Christian Raimo (1975), Francesco Pacifico (1977), Francesco Longo (1978), Nicola Lagioia (1973).
C'è poi Kill?, di Roberto Vacca (Marsilio, 2005), che tratta dello sventamento dell'attentato. Roma Centro, ore 12: l'esplosione è assordante. La grossa auto nera ha tamponato un camioncino. Subito esplode una granata. Da tre auto saltano giù quattro uomini armati, ma crollano a terra falciati da raffiche di mitra. Sono in due a sparare. Hanno il volto coperto da passamontagna grigi. Ma un passante interviene. Giacomo Elliot, promotore finanziario, blocca così un'azione terroristica e salva la vita al Presidente del Consiglio nonché uomo più ricco d'Italia, Silvio Berlusconi. Come accettarne però adesso l'imbarazzante gratitudine? Come difendersi dall'inevitabile vendetta che i terroristi cercano? E, soprattutto, come non pentirsi di non aver lasciato il Presidente al suo destino?
Al Presidente del Consiglio va decisamente peggio in un terzo romanzo, scritto da Giuseppe Caruso e uscito quest'anno per Ponte alle Grazie, dal titolo esplicito Chi ha ucciso Silvio Berlusconi. Ettore Saleri si trova in piazza della Scala a Milano e attende l'arrivo del Presidente del Consiglio. Ha con sé una pistola e continua a ripassare mentalmente le proprie mosse. Nel frattempo ripensa a cosa l'ha condotto lì, spingendolo a compiere un gesto clamoroso. Neolaureato in storia, di famiglia modesta, ha già iniziato il calvario dei lavori interinali, malpagati, dequalificanti e senza alcuna certezza. Per fortuna c'è Allegra, la bella ragazza di cui è innamorato. Un po' per starle vicino, e un po' per dare espressione alla propria rabbia, Ettore entra a far parte di un gruppo clandestino di estrema sinistra. Un giallo "nostrano" che è al tempo stesso uno spaccato della realtà italiana.
Edito invece nel 2003, ma tuttora in vetta alle classifiche di vendita delle Edizioni Clandestine, l'altrettanto esplicito L'omicidio Berlusconi di Andrea Salieri, che mescola all'omicidio del Presidente addirittura un complotto per sostituirlo. Il vero Berlusconi sarebbe infatti morto il 28 maggio 2001 e da lì in poi... (se volete saperlo, leggetevi il libro).
Colpisce insomma - al di là di qualsiasi interpretazione politica si voglia dare al fenomeno - questa messe di romanzi accomunati dallo stessa tema, quasi un sottogenere a se stante (il berlusconicidio?). Di certo il diretto interessato non si farà molte preoccupazioni della cosa, visto che, come egli stesso ha affermato, non legge un romanzo da vent'anni perché "non ha tempo". Particolare ironico, il romanzo della Babette Factory è pubblicato dalla Einaudi, che fa parte del complesso editoriale Mondadori, che a sua volta fa capo indovinate un po' a chi?
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