Il giorno dopo è domenica, c’è più gente del solito. Molte famiglie con bambini, ci sono le giostre, tra quindici giorni è Natale. Ilaria è in compagnia del padre, come d’abitudine nei giorni festivi, evidentemente la mamma resta a casa a preparare un pranzo più elaborato del solito. Spesso, ma non oggi, ci sono anche i nonni paterni, rare volte insieme, il nonno più di frequente. I genitori della madre, dai discorsi che ha intercettato mentre fingeva di leggere il giornale, tranquillamente seduto su una panchina adiacente, o quando passeggiava con Saba al guinzaglio, abitano in un’altra città e si sono visti solo in un paio di occasioni. Ugo, in questo periodo di “osservazione e pianificazione”, come ama definirlo, si è fatto l’idea di una famiglia serena, molto unita. Prova un po’ d’invidia, lui non l’ha mai avuta una famiglia così, a casa sua si andava d’accordo solo nel senso che ognuno si faceva i fatti propri. Appena ha trovato un lavoro, è andato a stare per conto suo e ha ridotto i contatti al minimo da quando, una domenica, a pranzo dai suoi, alcuni sguardi e qualche frase appena accennata della madre e della sorella gli hanno fatto temere che avessero cominciato a sospettare, a vedere, a capire il suo segreto. La vita solitaria gli si addice e non sente la mancanza degli affetti familiari, tranne rare volte, come adesso, quando vede facce sorridenti di persone che si vogliono bene davvero.

Un momento, dov’è Ilaria? Lui si è perso dietro ai suoi pensieri e il papà sta discutendo animatamente di calcio con un altro padre, parlano della partita che ci sarà oggi pomeriggio allo stadio cittadino. La domenica mattina, le presenze maschili sono decisamente in maggioranza e, spesso, gli uomini - Ugo ha avuto modo di notarlo in più di un’occasione - sono meno apprensivi delle mamme e, di conseguenza, meno attenti. La piccola, un minuto fa, era nell’area giochi, vicino alle altalene, ma adesso non la vede più. Un balzo e Ugo corre dietro la siepe che separa il giardino dei bambini dal vialetto che costeggia la strada, deserta in questo momento, i suoi sensi gli gridano che qualcosa non va, che c’è pericolo. Accanto al marciapiede, protetto dalla siepe, un tizio che Ugo ha già notato con sospetto da un paio di giorni - tra simili ci si riconosce - vicino a una macchina ferma, sta parlando con Ilaria che, sorridendo, gli risponde, sembra interessata e guarda dentro l’auto, avvicinandosi troppo... troppo. Un attimo e Ugo percepisce con chiarezza quello che sta per accadere - anche lui, all’inizio, aveva pensato a qualcosa di simile ma, subito, ha scartato l’idea, troppo traumatica per la bambina, è bello essere accettato, amato, non visto come un rapitore - si precipita ed è a un passo, alle spalle di quello sporco pervertito che osa toccare il suo tesoro, proprio nel momento in cui il verme ha già spinto Ilaria dentro la macchina con il motore lasciato acceso, una mano sulla bocca per impedirle di chiedere aiuto.

Ugo urla come un ossesso, gliela strappa dalle braccia, lo spintona a terra con una forza, una rabbia sovrumane.

Arriva il mondo intero, anche il padre di Ilaria e i vigili che stazionavano vicino alla giostra, poi una macchina della polizia, immediatamente chiamata. Il colpevole viene arrestato e allontanato per salvarlo dall’ira della gente accorsa e Ugo... Ugo è l’eroe, tutti si complimentano, sorrisi, pacche sulle spalle: «Che coraggio, meno male che c’era lei, bravo, bravo!» Ilaria, tra le lacrime - perché si è presa un bello spavento, povera principessina - continua a ripetere: «È lui che mi ha salvato da quell’uomo cattivo che mi voleva portare via» e il padre quasi gli stacca la mano a furia di stringerla. Saba dà il suo contributo, abbaiando a più non posso e Ilaria l’abbraccia e la bacia, il faccino ancora umido nascosto nel corpicino peloso. Insomma, un casino totale.

«Davvero, mia moglie ed io le saremo grati per sempre.»

Nemmeno nelle sue fantasie più rosee, Ugo avrebbe pensato di essere ospite a casa Fortini, la casa di Ilaria, seduto in poltrona, davanti a una tazza di thè al gelsomino, guardato con occhi riconoscenti. La bambina è nella sua cameretta a giocare con Saba e sembra aver superato la paura del giorno prima.

«Su, prenda una fetta di torta, è fatta in casa, l’assaggi, la torta al cioccolato fondente è la mia specialità. E poi ci sono questi biscottini allo zenzero, se le piacciono deve accettarne un sacchetto da portare a casa, per la colazione. Le verso un’altra tazza di thè?»