«Maledetto cagnaccio, muoviti o ti rifilo un calcio che te lo ricordi finché campi!»
Ugo è impaziente, nervoso. Saba, a furia di odorare qui e di fare una pisciatina là, gli sta facendo perdere tempo e lui non può, non vuole arrivare in ritardo. Ilaria ha i suoi orari, ormai li conosce a memoria. È quasi un mese che l’ha notata, seguita, ha perso il cuore dietro di lei, nei suoi capelli biondi e nel verde dei suoi occhi. Vorrebbe fermarla, parlarle, farsi notare ma la sua principessina è troppo bella... e lui... lui è un quarantenne scialbo, una calvizie incipiente e parecchi chili in eccesso anche se, ultimamente, si è messo a dieta e cerca di curare il suo aspetto e i suoi abiti, di vestire in modo più giovanile, più... come si dice? più casual: jeans, felpa blu, Nike ai piedi. Tutto per lei, tutto per Ilaria.
Anche ’sta bestia puzzolente che lascia peli dappertutto: Ugo ha sempre detestato i cani ma ha pensato che Saba poteva essere un “gancio”: una carezza, un sorriso e poi è facile cominciare a chiacchierare. L’ha chiamata Saba perché si ricordava vagamente che era il nome di una regina dei tempi antichi e ci tiene a fare bella figura con Ilaria, quando gli chiederà - e succederà, prima o poi - come si chiama la sua cagnolina.
Ugo ha trovato questa stupida palla di pelo vicino a casa sua, un giorno che pioveva a dirotto. Frugava nella spazzatura, tremante di freddo, sporca e magra come un chiodo. Senza collare, una randagia, forse abbandonata. Stava riflettendo da giorni a come avvicinare quella splendida bambina bionda e gli è venuta l’idea di servirsi della cagnetta. L’ha portata a casa, sfamata, lavata, le ha comprato un guinzaglio e un bel collarino, rosso, con gli strass, e, dopo un paio di settimane, quando aveva ripreso un bell’aspetto, il pelo morbido e curato, Saba è diventata la sua compagna inseparabile. Nonostante le pedate che lui le allunga quando non sta al posto suo, la bestia lo guarda con occhi adoranti, gli scodinzola e non lo molla mai, probabilmente perché ha capito che c’è cibo abbondante assicurato e una cuccia dove dormire al caldo. Comunque ha già mostrato la sua utilità: ieri, al parco, vicino al laghetto, Ugo le ha tolto il guinzaglio e Saba, quasi avesse capito il desiderio del suo padrone, si è diretta proprio lì, dove Ilaria stava giocando con le sue amichette, l’ha annusata e toccata con il suo nasetto umido e lei, lei si è inginocchiata, l’ha accarezzata sul muso e le ha chiesto, con una vocina dolce: «Come ti chiami, cucciolotta?». Saba ha fatto dietro-front, tornando da Ugo e la bambina l’ha seguita con lo sguardo, incrociando gli occhi di Ugo. «Sa... Saba, si chiama Saba» ha detto lui, balbettando, tanta era l’emozione. È il primo passo, un passo importante. Domani, lui sarà di nuovo lì, come sempre, da più di un mese, ma la sua faccia non sarà quella di uno sconosciuto, sarà quella del padrone di Saba, una cagnetta simpatica con la quale si può giocare.
Ugo sa tante cose di Ilaria, le ha apprese in settimane di appostamenti, ascoltando le chiacchiere della madre che l’accompagna tutti i pomeriggi a giocare al parco pubblico. È stato attento a diventare una tranquilla presenza quotidiana di cui non ci si preoccupa, di quelle che non si notano perché diventano parte del paesaggio. La sua principessina ha nove anni, frequenta la quarta elementare, è figlia unica, le piace giocare a nascondino, ha un carattere solare, allegro, ride spesso e fa amicizia facilmente. Lui è sempre stato attratto dalle bambine, è un impulso più forte di tutto, qualcosa che viene dal profondo del suo essere, anche se è parecchio tempo che non... l’ultima volta l’hanno quasi beccato, davanti a una scuola elementare, fortuna che c’era un sacco di gente ed è riuscito a dileguarsi. Da allora non ci ha più provato, meno male che c’è internet, con tutti quei siti fatti apposta per soddisfare quelli come lui, meglio che nulla e, soprattutto, meno pericoloso. Ugo non vuole guai con la legge, è incensurato e tale vuole rimanere. Ma, un giorno - era l’ultima domenica di ottobre e c’era un sole già quasi invernale, un po’ malato - lui era lì, al parco, solo, come sempre, e, improvvisamente, una risata piena di gioia di vivere, una massa di capelli biondi. Era lei, Ilaria, subito al centro dei suoi pensieri, della sua vita. Ormai il calendario giornaliero di Ugo è scandito dagli orari della scuola che Ilaria frequenta, dalle sue abitudini, dalle sue passeggiate al parco. Non la molla mai, sempre attento, sempre discreto, concentrato sullo stesso progetto: come guadagnarne la fiducia, come diventarle amico senza destare sospetti nella madre, come convincerla a seguirlo, docilmente, con tranquillità. Oggi, con l’aiuto di Saba, c’è stato un passo avanti fondamentale, Ugo torna a casa felice, sicuro della vittoria, non importa quanto tempo ci vorrà.
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