Masciopinto fu invaso da un’onda dei ricordi: - Magda Swinson! Sì, tenete ragione, dottor Ciaccia! Magda Swinson era il nome d’arte di Maria Carmela Scopece, originaria di qua. Andavo a vedere tutti i suoi film da ragazzo, due a cento lire, ed erano già di quarta visione. Il cinema lo chiamavano “pidocchietto”, per qualche carenza igienica. Oggi sarebbe più appropriato “aidsetto”.

- La Scopece, alias Swinson, era partita per Roma - precisò il sostituto Ciaccia. - Vincitrice di un concorso da bidella, ed era finita sul marciapiede.

- Faceva la vita?

- La dolce vita, Ventrella, sul marciapiede di via Veneto! Conobbe il mondo del cinema, fu scoperta, da capo a piedi, e la lanciarono. Da Cinecittà a Hollywood non ci vuole niente.

- Basta l’aereo - suggerì Ventrella.

- Non infangate la memoria di Magda Swinson! - urlò un quarto incomodo, subito inquadrato dal cameraman. Più che un uomo, pareva un ammasso vivente di roba firmata. Tra vestito, scarpe e orologio d’oro, valeva più del capitale versato di una banca popolare.

- E voi chi siete? - domandò Masciopinto.

- Chi so’? Che ve ne ’mporta? Aggio araputo ’a porta e so’ trasuto ccà... - cominciò l’altro, sull’aria di Zappatore, ma si bloccò. - Saranno i fatti a parlare per me. Voi però smettetela di gettare fango addosso a Magda. Anche perché è proprio la sporcizia la causa di tutto.

- A questo, modestamente, ci ero già arrivato io - si pavoneggiò il sostituto procuratore. - Uno cerca di non mettersi troppo in mostra, ma alla fin fine, il sangue non è acqua.

- No - convenne il firmato. - Quello è il guaio. Perché se erano la stessa cosa, Magda Swinson non avrebbe voluto lavare per forza col sangue lo sgarro del giardiniere. Si sarebbe accontentata dell’acqua.

Masciopinto e Ventrella lo guardarono come due punti interrogativi.

- In America lei diventò una star con annessi e commessi: le piacevano i giovanotti che lavorano nei grandi magazzini - riprese l’atro. - La scritturarono per interpretare soltanto colossal. Finché Magda Swinson si abituò a recitare esclusivamente fra scenari sontuosi come questo. Era ossessionata dalla pulizia, tranne in politica, perché se la faceva con tutti quelli che poi sono stati inquisiti. Quando il giardiniere ha osato entrare in casa con le scarpe sporche di fango dato che aveva appena innaffiato le aiuole, Magda Swinson, alias Maria Carmela Scopece, l’ha fatto a braciola con il rastrello.

Ventrella si mise sul chi va là: - E mo’ ’ndo’ sta, la pezza di fetente?

L’uomo con qualche milionata di vestiario lanciò un’occhiata circospetta alla scala per il piano superiore: - Spaparanzata di sopra a digerire i tre etti di pasta all’uovo che si è strafocata a mezzogiorno. Scusatemi un secondo. - Si appartò dietro un arazzo, agitandolo come se si sfilasse i vestiti e nel contempo si sentì un misterioso ronzio. - Lo sapete, le attrici sono sottoposte a una dieta rigorosa e lei non la sopportava. Ha preferito mollare e tornare da queste parti, dove tutto fa schifo tranne la cucina. È meglio non farla incazzare, sennò questa qua fa una chiassata.

- Chiassata? Quella è capace di fare il bis, il tris e il quadrìs di cadaveri con tutti quanti come stiamo! - tremolò Ventrella. - A me mi sa che a forza di abitare sul viale della tramontana, quella ha perso la tramontana.

L’uomo riapparve fuori dall’arazzo bardato da Erich von Stroheim, con stivali, calzoni da cavallerizzo, giacca con colletto alla coreana, frustino sotto il braccio e “caramella” all’occhio destro. In mano aveva un rasoio elettrico con cui si era rasato a zero. Ne soffiò via qualche pelo e calcò in testa un berretto da capitano di lungo corso.

Ventrella lo ammirò stupito: - Vi arruolate in Marina?

Masciopinto gli rivolse uno sprezzante cenno di diniego: - Si vede che gli unici film che vi interessano sono quelli a luce rossa. Si è travestito da Henrik Von Strozzein.

- Alias Nicola Lavermicocca - completò Ciaccia. - Già regista dei film della Swinson, poi divenuto il suo commercialista, fuggito con gli assegni di tutti i clienti per dedicarsi solo alla contabilità della ex diva.

Masciopinto lo squadrò con occhi gravi - Perché siete rimasto con lei? Per pietà?

- Per interesse. Come suo commercialista guadagnavo il quadruplo che da regista.

- E che fine avete fatto? - chiese Masciopinto.