Sul pavimento di marmo era disegnata la sagoma di un uomo che prima di defungere, o schiattare che dir si voglia, aveva impugnato un annaffiatoio. Sparsi intorno, un rastrello, un paio di cesoie da giardino, fiori vari, tracce di sangue e impronte fangose.
Da vivo dicevano sempre che ero una sagoma. Adesso che ero morto non potevo più smentirli. Eh sì, sono io che racconto questa storia, casomai nessuno se n’è accorto. Dice: ma come fa a scrivere uno che è crepato? Non ve l’hanno insegnato al catechismo che l’anima è immortale? Io vi rivelo, in esclusiva, che nell’aldilà si scrive molto meglio che da vivi, tranne qualche errore di battuta.
- Quello spiritoso della scientifica - commentò contrariato il commissario. - Doveva disegnare solo la sagoma del morto ammazzato, non tutto il resto.
- Tanto più che l’annaffiatoio non costituisce l’arma del delitto, bensì una concausa - spiegò una terza voce.
I due poliziotti sobbalzarono, per paura che fossi già tornato sul luogo del mio omicidio in veste di fantasma, o meglio in lenzuolo. Effettivamente ci stavo, ma ancora in incognito, neppure sotto forma di ectoplasma. Mi aggiravo invisibile a raccattare le ultime storie sul mio conto prima di trasferirmi nell’aldilà in pianta stabile, che è il massimo per un ex giardiniere. Però non ero io quello che si fece avanti, anche se pareva più bianco di me sul letto dell’obitorio. Anemia? Macché. Cerone. Il sostituto procuratore Ciaccia si truccava sempre prima di andare a svolgere le inchieste, per non sfigurare dinanzi alle telecamere.
- Commissario Masciopinto, ispettore Ventrella: se aspettavo a voi per procedere nelle indagini, arrivavo all’età della pensione.
- Esagerato, dotto’ - minimizzò Ventrella. - Al massimo una pensione baby.
- Le hanno tolte con la riforma! - bisbigliò Masciopinto nell’orecchio del sottoposto, infrangendogli il padiglione auricolare. Per buona misura, gli sgomitò nei fianchi, fratturandogli tre costole. Ogni operazione di polizia comporta qualche infortunio. E al sostituto Ciaccia, Masciopinto obiettò: - Dottore, le forze dell’ordine locali non sono debitamente attrezzate per fare fronte a delitti così efferati.
- Che vi pensate, che esistono solo politici da arrestare? A forza di indagare sulle tangenti, ci siamo scordati che si commettono pure gli omicidi. La gente vuole sicurezza: i politici sulle poltrone per creare e distribuire posti di lavoro e gli assassini in galera.
Ventrella si grattò quello che restava di una giovanile capigliatura squadrata con mezza riga, ovvero un misero riporto grigiastro: - E se putacaso uno è politico e assassino?
Il superiore, di altezza e di grado, lo squadrò come per vivisezionarlo: - Ventre’, a te i lampi di genio ti vengono sempre a sproposito. Che dicevate dell’annaffiatoio, dottore?
- Che concorre a determinare il movente, commissario Masciopinto. L’annaffiatoio è uno dei motivi che hanno scatenato questa assurda tragedia del vivere moderno. E lo spiritoso della scientifica si diverte a fare i murales pe’ ’nterra.
- Lo conosco - svelò Ventrella. - Prima di arruolarsi nella polizia stava all’accademia di belle arti. L’hanno espulso dopo che ha disegnato sui muri dei cessi cazzi e palle.
- Per così poco?
- Erano a olio, dottor Ciaccia, con effetto a rilievo.
Il commissario Masciopinto sbuffò: - Vedi ’nu poco chi accettiamo in polizia.
- Almeno i suoi identikit sono opere d’arte - lo consolò il sostituto Ciaccia. Non aggiunse che lui stesso rivendeva quegli identikit come ritratti d’autore a uno che li piazzava nel giro delle televendite. Lo so, perché dall’aldilà, che per noi e l’aldiquà, vediamo tutti i cazzi vostri.
Entrò un tizio nervoso con una telecamera.
- Finalmente! - lo strigliò Ciaccia.
- Masciopinto - si presentò il commissario al cameraman. - Siete anche voi della scientifica?
- Veramente sono di TeleCampanile. L’informazione al servizio dei cittadini. Teniamo pure il sito Internet dove andiamo in streaming...
- Andatevene affanculo, ché fate prima! - gli notificò Masciopinto - Levati dalle palle tu, Internet e quanti stracazzi ne tieni!
- La TV l’ho convocata io - rivelò Ciaccia. - Senza pubblicità, come faccio carriera?
Ventrella, capita l’antifona, si piazzò davanti alla telecamera e si esibì in gestacci e smorfie, lestamente spintonato dal dottor Ciaccia, che si mise a provare diversi atteggiamenti, dal profilo languido alle braccia incrociate in posa da James Bond prima maniera Sean Connery.
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