Un furgoncino nella notte, un crudelissimo sterminatore di famiglie e cani, campi di mais rosso sangue, tensione che si taglia con la motosega, urli e schizzi di sceneggiatura spiaccicati sui muri a futura memoria e incastro. Alta tensione di Alexander Aja potrebbe essere un buon diversivo nella programmazione cinematografica estiva (accoppiato in alternativa a Land of Dead di Romero rispetto ai potenziali blockbuster Batman begins e La Guerra dei Mondi) e saziare in mondo adeguato il palato esigente degli amanti del genere. Dopo aver tenuto l’ordito nella giusta trazione, scoccato i ragionevoli colpi di scena e offerto i doverosi sobbalzi, scivola rovinosamente sulla strada vischiosa e rischiosa dell’effetto a tutti i costi col risultato di ottenere solo perplessità, fastidio e cattivi pensieri. Da film che funziona e soddisfa come una pizza surgelata - diventa buona quando non c'è di meglio ma si fa mordere piacevolmente soprattutto se accompagnata da una birra fresca – muta in sgradevole pastiche. Se non volete picchiare chi vi ha venduto il biglietto (si sa i responsabili mancano sempre o sono altrove quando occorre) alzatevi al settancinquesimo minuto di proiezione circa e portatevi a casa l'immagine dell'ultimo strangolamento. Digerirete senza problemi, diversamente alka seltzer o lavanda gastrica, a seconda dei casi e degli stomaci, per sopraggiunta indigestione di inutile, pretestuoso, sciocco, truffaldino finale.