Era il 1925 quando apparve - per la firma di Earl Derr Biggers - il primo romanzo di Charlie Chan, sergente investigativo della polizia di Honolulu, e da allora il pubblico l’ha sempre amato, creando un legame che dura ancora oggi: in questi giorni infatti la Mondadori ripropone in edicola Charlie Chan e la donna inesistente (Behind That Curtain, 1928), terzo episodio della saga dell’investigatore cinese.

Ne I Classici del Giallo Mondadori n. 1311 viene presentata la traduzione di Caterina Longanesi, ma i fan di Charlie Chan devono stare attenti perché questo titolo ha avuto un percorso editoriale travagliato in Italia.

Arrivato nel nostro Paese già nel 1932 grazie proprio a Mondadori (I Libri Gialli n. 56), che lo affida alla traduzione di Cesare Giardini, il romanzo vanta il titolo Sangue sul grattacielo. Così viene conosciuto finché nel 1972 sempre la Mondadori lo ribattezza Charlie Chan e la donna inesistente, tradotto stavolta dalla Caterina Longanesi per la collana Oscar Gialli (n. 416). Nel 1983 la SugarCo ne affida una ri-traduzione a Silvia Accardi e Maila Tramontin, e così abbiamo Dietro la cortina; stesso discorso per la Garden Editoriale, che nel 1993 lo fa tradurre di nuovo da Valeria Leotta per Le grandi firme del giallo (n. 11) e gli regala il nuovo titolo di Dietro il sipario. L’anno successivo la stessa traduzione viene utilizzata dalla Newton Compton per la collana Il giallo economico classico (n. 40) ma cambia ancora una volta il titolo, e stavolta abbiamo Dietro quel sipario.

Insomma, tanti titoli ma un unico romanzo, di nuovo in edicola grazie alla casa editrice che per prima l’ha portato in Italia.

    

Dalla quarta di copertina:

Un caso freddo può far scorrere il sangue dopo tanto tempo? È possibile, soprattutto se i casi freddi sono addirittura due, quelli che un ex capo del CID, il Dipartimento investigativo criminale di Scotland Yard, rievoca per Charlie Chan durante un pranzo a San Francisco. Riguardano l’omicidio di un uomo avvenuto sedici anni prima e la misteriosa sparizione di una donna in India. E ora riguardano anche il funzionario in pensione, che viene ucciso con un colpo di pistola quella sera stessa. Ai piedi, un paio di pantofole di velluto come quelle che indossava all’epoca la prima vittima. Le stesse pantofole di velluto. Charlie è in vacanza ed è atteso con urgenza a Honolulu per la nascita del suo undicesimo figlio, ma ci sono parecchi validi motivi per trattenersi ancora un po’. Giusto il tempo di risolvere tre casi in un colpo solo.

     

Un brano.

- Plaudo alla perspicacia del sergente Chan... ovunque egli sia.

- Chan ha fatto un ottimo lavoro nelle isole. E ora si dà il caso che si trovi a San Francisco, in procinto di far ritorno a casa. Era venuto in continente per una vacanza, e si è trovato per le mani un caso molto complesso. E lui lo ha risolto con grande abilità. D’aspetto non è un gran che, ma...

- Un cinese, se ho ben capito? - lo interruppe sir Frederic.

- Sì, signore.

Il grand’uomo annuì. - E perché no? I cinesi dovrebbero essere ottimi investigatori. La ben nota pazienza orientale...

- Precisamente - approvò Rankin. - E lui ce l’ha. Inoltre è modesto. E la modestia...

Sir Frederic scosse il capo. - La modestia, in questo lavoro, non è poi una gran risorsa. La fiducia in se stessi e una gran sicurezza, queste sì sono doti che contano. Invece voi mi dite che il sergente Chan è modesto.

- Se è modesto? Sentite un po’ qui: “Chi vola basso, quando cade non si fa male”, ecco come la pensa il sergente... E lui vola così basso da sfiorare le margherite.

    

Earl Derr Biggers (1884-1933), statunitense, è stato anche giornalista e commediografo oltre che autore di gialli. Grazie al personaggio del detective sinoamericano Charlie Chan, nel quale si fondono due culture così diverse e distanti, ha ottenuto un enorme successo che dai romanzi si è esteso al cinema, alla radio, ai fumetti.