Due balordi con un cadavere su un furgone, due amici che cercano di sopravvivere alla realtà che li circonda e agli eventi che li travolgono. Un paesino veneto spaccato dalla rivalità fra immigrati e gente del posto, tutti incattiviti dalla vita e da una crisi economica che non sembra fare sconti a nessuno. E in questo ambiente contadino-rurale fatto di bar pieni di vecchi, a loro volta pieni di ricordi, si intreccia la cinica e ironica vicenda una statua di Sant’Antonio, che nasconde un mistero che molti vorrebbero avere con se. E in questi luoghi si muovono scansafatiche e zingari, carabinieri e donne brucianti.

Savana Padana di Matteo Righetto è pubblicato dall’editore TEA (il libro a avuto una prima pubblicazione nel 2009 con l’editore Zona). Il romanzo di Righetto si lascia subito apprezzare per la sua onesta e semplice originalità di ambientazione, la trama si sviluppa sicura e decisa in un contesto ambientale splendidamente descritto, atmosfere e luoghi vengono non narrati, ma bensì dipinti con pochi essenziali e significativi tratti. E da questi luoghi promanano emozioni e sentimenti forti, sensazioni a volte disturbanti, ma sempre innegabilmente reali.

Gli stessi personaggi sembrano promanazione, personificazione di luoghi tristi e cattivi. Il tutto viene fuso e amalgamato da una scrittura senza dubbio di grande spessore, ironica e cinica allo stesso tempo, che non fa sconti al lettore, colpendolo duro con un linguaggio fatto di accelerazioni e improvvisi rallentamenti, espressioni dialettali e felici intuizioni.

Descrizioni che raccontano esse stesse la vicenda, dialoghi secchi e decisi, personaggi affascinanti e reali, il tutto amalgamato da critica sociale e feroce ironia, capacità di tenere legato il lettore alla pagina scritta e una strutturazione narrativa che convince in ogni suo passaggio.

Il noir e il western che sembrano andare a braccetto, in una perfetta combinazioni di stili e tematiche.

Un libro divertente e cattivo, ironico e affascinante. Una splendida lettura.