Antonio Tabucchi ci ha lasciato da poco più di un anno, ma il suo spirito, la sua poetica, la sua narrativa densa e significativa, ma soprattutto il suo ricordo sono sempre più presenti in quel panorama letterario che ha lasciato troppo presto. Proprio per celebrare il raffinato narratore toscano e il suo amore per il mondo e la cultura lusitane, è uscito da qualche tempo, per i tipi di Cavallo di Ferro, Una giornata con Tabucchi, un volume che è più di una celebrazione, è più di un ricordo, è un atto d’amore e amicizia di quei colleghi, di quegli amici che ne hanno conosciuto meglio di altri animo e poetica, e così in questo volume i vari contributi degli autori vanno a comporre un affresco, un veloce (eppure incredibilmente accurato) mosaico di uno dei più grandi autori della letteratura europea e mondiale dell’ultimo secolo.
Dacia Maraini nel suo Per Antonio ricorda con commozione la forza incantatrici della prosa di Tabucchi e di tutte le sue opere. Paolo Di Paolo in E poi dappertutto, in tutti i luoghi della terra ricorda con elegante leggerezza alcuni aspetti del rapporto di Tabucchi con il suo mentore letterario Fernando Pessoa, e poi ancora i suoi luoghi immaginari (e non) e il viaggiare attraverso quei lidi. Ugo Ricciarelli ricorda il maestro accompagnando il suo ricordo a un racconto, splendido e significativo, in pieno stile tabucchiano: Cose da Turku (il riferimento è evidente). Ma l’intervento che mi ha maggiormente colpito è quello di Romana Petri che oltre alla sua personale conoscenza porta la testimonianza di come la letteratura, la prosa, quell’ineffabile amore per la pagina scritta e i suoi messaggi possa cambiare per sempre la nostra vita, possa spingerci lungo strade impensate per farci poi tornare a noi stessi più maturi e più saggi, ma in fondo e sostanzialmente più felici, e più felici si è anche dopo la lettura del suo racconto/omaggio: Poche ore.
Chiudono il libro una chiacchierata a tema di tutti gli autori e un’intervista a Tabucchi concessa a Carlos Gumpert in cui si parla, fra l’altro, di tempo passato e letteratura.
Quello proposto da Cavallo di Ferro è un libro affascinante, dalla struttura originale e complessa, che cerca di mostrare lati e sfaccettature, conosciute e non, di un autore giustamente amato e celebrato. Non si tratta di noiosi saggi di cavillosa e sterile critica, ma di interventi poetici e densi, emotivamente carichi di significato che spingono ad accostarsi alla lettura o alla ri-lettura di Antonio Tabucchi.
Un libro che parla al cuore.
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