Ma insomma, alla fine, questi cattivacci di primo secolo di quali strumenti mortiferi si avvalevano per l’esecuzione delle loro trame immaginose?
Ce ne sono di tutti i colori: pensate soltanto a quanta brava gente viene ammazzata per esempio da un serpente velenoso liberato ad arte nel loro boudoir. O a quelli fatti fuori con i moderni ritrovati di allora, elettricità, tramway a cavalli, investiti da biciclette. Addirittura i primissimi ammazzamenti con corde o calze di nylon appaiono subito dopo l’entrata in commercio del prodotto. E così per ogni nuovo ritrovato: certo, non disponevano mica del famoso Polonio, però quanto a morti radioattive il Radio entra ben presto nella farmacopea criminale, non appena se ne scoprono gli infausti esiti sui coniugi Curie.
È però roba da raffinati, più da storie di fantascienza che di onesto mystery. Nel campo dell’avvelenamento i nostri invece ricorrono a lungo a preparati più dozzinali, e solo il boom moderno dei vari C.S.I., R.I.S. e via dicendo costringerà assassini e scrittori a modernizzare l’attrezzeria.
Ma prima, per molti decenni, a farla da padrone saranno invece proprio i soliti mezzi sicuri e collaudati della tradizione.
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