Un condominio, un portiere, tale César, tutto normale a prima vista… Se non che il portiere (Luis Tosar, un villain coi fiocchi, Bardem è avvisato…), è uno che usa e abusa del ruolo e dei suoi strumenti (le chiavi degli appartamenti in primis…) per fare il porco comodo suo mentre qualcuno, ignaro, dorme.
“Dalla Spagna con dolore” (quello inferto agli altri…) e con diabolico furore, il tutto tenuto meticolosamente a bada da un’apparente cortesia un poco appiccicaticcia…
Il piccolo miracolo di questo Bed Time di Jaume Balagueró (Rec) è nell’essere spiazzante dalla testa ai piedi. Lo è, spiazzante, perché mentre le vittime fanno sempre compassione non è detto che ciò non capiti pure ai carnefici, in particolare quando le cose non vanno come il solito e basta un imprevisto (un fidanzato inatteso…) per cambiare i rapporti di forza tra le prime e i secondi, con il non trascurabile risultato di alzare a dismisura lo spread della suspense.
Già se così fosse ci si potrebbe accontentare (visti i tempi…), ma c’è dell’altro sotto forma di inquilini ora odiosi (la ragazzina ricattatrice…), ora immensamente fragili (l’anziana signora con i cagnolini), rappresentanti di un’umanità se non allo sbando comunque ad un passo dal baratro che fanno ora rabbia, ora compassione. Nulla sarà detto sul finale, cattivo (come certi finali di Bava…) e spiazzante com’è stato tutto il resto…
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