Jacopo Pezzan e Giacomo Brunoro continuano il loro viaggio tra mostri seriali, delitti efferati e vicende malavitose con il racconto del “cold case” per eccellenza della storia italiana “Il delitto di via Poma, Un giallo senza fine” de LA CASE Books (sia in e-book che in audiolibro). Gli autori iniziano la storia dalla fine con la sentenza di primo grado nei confronti del presunto colpevole Raniero Busco - «La terza Corte d'Assise di Roma, visti gli articoli 533 e 535 del codice di procedura penale,condanna Raniero Busco alla pena di 24 anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali. Dichiara il predetto interdetto in perpetuo e per la durata della pena dai pubblici uffici con sospensione dell'esercizio della potestà genitoriale» - per poi ripercorrere in maniera lucida e dettagliata tutte le tappe della terribile vicenda di Simonetta Cesaroni.
Una storia per conoscere finalmente tutti i dettagli ed i retroscena di una delle vicende più orribili degli anni ‘90 sia agli esperti “criminologi” che possono trovare ulteriori conferme alle loro ipotesi investigative; insomma un e-book/audiolibro da leggere/ascoltare perché pieno di informazioni utili a ricostruire e ipotizzare possibili scenari futuri riguardo la storia.
Gli autori, con una scrittura precisa e puntuale, ci portano indietro negli anni fino al 1990 per raccontare la storia di Simonetta: una ragazza di 20 anni che vive con la famiglia, conduce una vita normale tra amici, pizza e discoteca; da alcuni mesi, nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì, Simonetta lavora come segretaria “tutto fare presso lo studio commerciale Reli gestito da Ermanno Bizzocchi e Salvatore Volponi. Dal 24 giugno i martedì e giovedì pomeriggio si reca, sempre per conto della Reli, nel cuore di Roma in Via Poma 2 palazzina B dove ha sede l'ufficio regionale dell'Associazione Italiana Alberghi della Gioventù, meglio nota come AIAG. Il suo lavoro consiste nell'immettere dati contabili nel computer”. Nelle ore in cui Simonetta si reca in via Poma l'ufficio è chiuso per cui a parte un periodo di affiancamento con un collega che le ha spiegato il lavoro da eseguire, la ragazza si trova nella più assoluta solitudine. Il 7 agosto 1990 è un martedì e Simonetta all'ora di pranzo si sta preparando per raggiungere l'ufficio di via Poma. Non farà più ritorno a casa. Il racconto di quel giorno è scandito da un pranzo con “qualche cucchiaiata di riso e un po' di pizza”, poi tra le 14:30 e le 15:00 esce di casa assieme alla sorella per andare a prendere la metropolitana avvisandola “che quello è l'ultimo pomeriggio di lavoro prima delle vacanze e che tutto deve essere finito in giornata, tant'è vero che Salvatore Volponi, il titolare della Reli, dovrebbe passare in ufficio a darle una mano.”
Alle 17:15 Simonetta chiama a casa una collega perché ha bisogno di conoscere un determinato codice contabile. La collega non conosce la risposta ma gentilmente contatta una terza collega e richiama Simonetta verso le 17:30, fornendole l'indicazione richiesta. Da quel momento nessuno sentirà più la voce di Simonetta tranne l’assassino.
I due autori ripercorrono in maniera fedele il susseguirsi degli eventi di quella tragica giornata scandita
Ø dalla preoccupazione dei genitori perché Simonetta é una ragazza molto puntuale e scrupolosa e se ritarda, anche di pochi minuti, avverte sempre,
Ø dalle telefonate della sorella Paola a Salvatore Volponi
Ø dal viaggio del gruppo formato da Paola, Antonello, Volponi e suo figlio Luca in via Maggi dove ha sede la Reli.(arrivo intorno alle 23) e entrano in contatto con Giuseppa De Luca ( moglie del portiere dello stabilimento Pietrino Vanacore), assieme al figlio di Vanacore, Mario, e sua moglie
Ø dal tragico ritrovamento di Simonetta; “Pare comunque che sia stato Volponi a scoprire il cadavere di Simonetta nella stanza in fondo al corridoio. Simonetta è morta, massacrata da 29 coltellate sferrate con violenza su varie parti del corpo. È quasi nuda: indossa solo i calzini ed il reggiseno. Giace supina con le braccia aperte. Adagiato sull'addome un corpetto di cotone.”.
Per rendere più obiettivo il racconto e analizzare la storia a 360 gradi oltre agli indagati classici quali il portiere della palazzina Pietrino Vanacore e all’ex fidanzato di Simonetta Raniero Busco (scagionato in appello per “non aver commesso il fatto”) presentano altre eventuali piste motivandone la scelta.
Una vicenda piena di lati oscuri e piena di interrogativi per cui ne ne deriva che la sensazione generale è “che il giallo di via Poma sia da considerarsi ancora a tutti gli effetti un caso irrisolto.”
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID