Una citazione di Umberto Eco in esergo a questo romanzo breve di Raul Montanari ricorda che i surrealisti francesi dell'OULIPO (Opificio di Letteratura Potenziale) avevano stilato una tabella in cui trovare tutte le varie possibili combinazioni tra vittima, assassino e investigatore presenti nei gialli: già con la più classica Agatha Christie, per esempio, erano iniziate le variazioni sul tema, con opere dove l'assassino si scopriva essere l'investigatore o addirittura la voce narrante (non vi diremo quali per non rovinarvi la sorpresa, ovviamente). Ebbene, da questo lavoro emergeva chiaramente che mancava all'appello una storia in cui l'assassino fosse il lettore. Presto detto, presto fatto: Montanari ha così confezionato questo romanzo, Sei tu l'assassino, in cui il mistero (per così dire) è palese fin dal titolo. Un antigiallo, dunque, o forse no, visto che il mistero in questione non è tanto scoprire chi sia l'assassino nella storia - lo sappiamo già! - bensì capire come accidenti sia possibile una soluzione del genere. Giunti a questo punto, rivelare tale espediente sarebbe un delitto: basti sapere che il romanzo non è scritto in seconda persona. Occorre peraltro addentrarsi in una buona metà del libro prima di capire dove l'autore voglia andare a parare. La prima parte del romanzo è un ottimo noir, dove viene presentato efficacemente un protagonista ben caratterizzato. Nella seconda parte invece il libro si trasforma in un giallo, talvolta un po' didascalico, che espone l'idea portante di questo libro, ossia appunto trasformare il lettore in omicida e farlo entrare nella storia. In effetti quando leggiamo per la prima volta che il protagonista lavora per la casa editrice Marcos y Marcos (la stessa che pubblica Sei tu l'assassino, per l'appunto) i pezzi iniziano a quadrare e pian piano tutta la costruzione acquista senso, causando al lettore un grazioso corto circuito sinaptico tra la storia che sta leggendo e quella che sta vivendo per il fatto di tenere in mano questo libro in particolare; e forse non è un caso che, nella storia, sarà proprio un corto circuito a porre termine alla vita di un personaggio... Certo, una volta compreso l'espediente che dà il nome alla storia, il romanzo perde la maggior parte delle sue attrattive e diventa un giallo molto convenzionale. Resta tuttavia persistente, a fine lettura, l'impressione di avere appena gustato un libro diverso dal solito, sorretto da un'idea piccola ma geniale. Forse non sarà davvero "l'ultimo giallo possibile" come recita il sottotitolo - il romanzo ha alcuni anni - ma si tratta comunque di un'opera che va a colmare una interessante lacuna concettuale.