Jonathan Rivers, un architetto rimasto vedovo da poco, viene contattato da Raymond Price, un uomo che dichiara di aver intercettato un messaggio della donna deceduta attraverso l’EVP (Electronic Voice Phenomenon), un metodo secondo il quale è possibile entrare in contatto con persone defunte attraverso registrazioni audio-video effettuate su particolari frequenze. Scettico all’inizio, Jonathan pian piano inizia a ricredersi sulla realtà del fenomeno, fino a tentare lui stesso di mettersi in contatto con la moglie. Ma... La condizione di vedovo, pare oramai assodato, gioca brutti scherzi. Ne sanno qualcosa Richard Gere (The Mothman prophecies – Voci dall’ombra), Kevin Costner (Butterfly Effect), e ora il primo (ed ex) Batman Michaele Keaton (che quanto a rughe se la gioca con il grande Clint, ma solo a rughe ehh!!). Certo che non gli va proprio l’acqua per l’orto, visto che non fa in tempo a rallegrarsi della notizia che la compagna aspetta un figlio che la poveretta sparisce dalla circolazione tranne tornare in un secondo momento a farsi viva nelle registrazioni audio-video di un appassionato dei fenomeni EVP. Passato a miglior vita pure quest'ultimo (che dall'Aldilà se ne guarda bene di farsi vivo…), Jonathan/Keaton raccoglie il testimone, pardon il registratore, e inizia a setacciare le frequenze bianche giorno e notte fino a trovarsi al cospetto di qualcosa di più grande di lui. Di più inutile aggiungere, primo perché non sarebbe giusto nei confronti di chi il film ha intenzione di vederlo, secondo perché sarebbe tempo perso sulle tracce di una trama abborracciata che percorre senza un guizzo di inventiva che sia uno la via del thriller soprannaturale che con molte probabilità come genere ha già dato il meglio di sé (esemplare, e chissà per quanti anni ancora The Others…) e ora si trova a pestare l’acqua nel mortaio, terzo perché come film White noise non riesce mai a diventare qualcosa di diverso da una sequela di scene dove il sonoro spadroneggia e le immagini latitano. Nel complesso l'effetto letale che il film suscita nei riguardi della pazienza dello spettatore è in larga parte dovuto anche alla mancanza di qualsiasi punto di vista sul fenomeno EVP (pro o contro non avrebbe fatto differenza…). Così come stanno le cose White noise sembra una colossale deriva verso il lato oscuro di Ghost, con un finale di quelli che lasciano presagire addirittura un seguito, al di là di ogni considerazione sull’opportunità di un evento del genere. Come fantasmi ci bastano e avanzano quelli che vediamo scorrere sullo schermo sempre più spesso quando assistiamo a un film…