Primo episodio di una (per ora) pentalogia di romanzi che James Patterson e Michael Ledwidge dedicano alla figura di Michael Bennett, di professione negoziatore. (I, Michael Bennett, il quinto titolo della serie, uscirà negli Stati Uniti il 9 luglio prossimo)
Quanto del romanzo Il negoziatore sia stato scritto da Patterson e quanto da Ledwidge è difficile dirlo, come lo è sempre quando ad un grande nome viene affiancato uno scrittore meno noto: Ledwidge è lì per aiutare Patterson o è Patterson che si fa mettere il nome in copertina per far vendere di più Ledwidge?
In entrambi i casi, Il negoziatore è un thriller che non convince.
In onore dei funerali dell’ex First Lady tutta la New York bene si ritrova nella cattedrale di St. Patrick, la quale sin da subito viene presa da un gruppo di criminali che così, con un colpo solo, si ritrova come ostaggi la crème de la crème newyorkese.
La Polizia è disperata e inadatta a gestire una situazione di questa portata, ma per fortuna sul posto c’è Michael Bennett. È un uomo che non sta certo pensando al suo lavoro di negoziatore, visto che a casa ha una moglie malata e ben dieci figli scalmanati da accudire, ma si trova a ballare e ballerà al meglio.
Malgrado la figura del negoziatore sia densa di fascino, tanto nei libri quanto al cinema, questo romanzo riesce a renderla quasi del tutto secondaria: alla fin fine l’interazione di Bennett con i criminali è talmente superficiale che stupisce la scelta di intitolare in italiano il libro in quel modo.
Impossibile per il lettore non riandare con la mente al romanzo L’ostaggio (Hostage, 2001) di Robert Crais o al film Il negoziatore (The Negotiator, 1998) di F. Gary Gary, e dal confronto il romanzo di Patterson/Ledwidge ne esce decisamente con le ossa rotte.
Una volta scremata l’ingente quantità di capitoli che sembrano avere come unico scopo quello di “allungare il brodo”, ciò che rimane è una buona trovata, buoni personaggi, ma il tutto sufficiente al massimo per un episodio del telefilm GSG9, serie canadese incentrata su un team specializzato in situazioni con ostaggio.
Il negoziatore è un romanzo voluminoso che dà più l’idea di un racconto stiracchiato ed annacquato, tanto che in realtà non esistono momenti di thriller, neanche nelle sequenze che dovrebbero far tirare il fiato al lettore.
Dall’autore più letto al mondo, come recitano le didascalie di Patterson, ci si aspettava un po’ di più. Se invece è tutta farina del sacco di Ledwidge, allora non si può dire altro che... il ragazzo si farà, ma è ancora acerbo.
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