Al debutto, Chiodobomber fa 300 vittime. Sono i ciclisti che, partecipando alla granfondo Città di Vicenza, hanno dovuto scendere dal sellino, se non addirittura ritirarsi, a causa delle forature provocate dall'ignoto sabotatore lungo i colli Berici.
Migliaia i chiodi seminati lungo il percorso. Su 1.500 iscritti un quinto ha così dato in escandescenze, fermato sul più bello dal tubolare messo ko dopo il blitz notturno del solitario nemico dei velocipedi.
L'atmosfera in città è tesissima, come testimoniato dal Giornale di Vicenza, che il 7 giugno titola: "E' caccia a Chiodobomber, chi sa qualcosa parli", invitando tacitamente a rintracciare il colpevole prima che sia individuato dalle squadre di cicloamatori alleatisi per farsi giustizia da soli. Il pericolo di un linciaggio, magari della persona sbagliata, si tocca quasi con mano, dopo avere assistito alle scene di parossistica protesta
scatenate dal misterioso foratore di gomme. Al momento del ritiro forzato si sono visti nonnini agitarsi come forsennati, attempati professionisti invocare l'uso delle armi da fuoco, giovani di buona famiglia imbarbariti da una rabbia senza freni. "Purtroppo non è il primo episodio di vessazione nei confronti dell'evento amatoriale" si legge in un comunicato degli organizzatori, dove il riferimento è a lettere anonime e molestie telefoniche che da un anno a questa parte perseguitano tutto il mondo cicloamatoriale vicentino.
D'altra parte l'evasione, sui pedali o meno, sembra sempre più difficile nel Nordest che Il Mattino di Padova del 7 giugno dipinge attraverso l'inchiesta di Gianni Biasetto "Troppe sagre, interviene il vescovo".
Fra le quinte della contesa affiora lo scontro tra una Chiesa pro-business, che dice sì alle grigliate di costicine sui sagrati e dentro gli oratori, e una Chiesa di opposizione tesa a proibire tutto ciò che fa mercato nei dintorni dei luoghi di culto. A sostenere la crociata di quest'ultima, approdata a un summit davanti al vescovo di Padova Antonio Mattiazzo, scende in campo l'Appe, associazione dei pubblici esercizi, che denuncia come sleale la concorrenza portata da chi mischia i santi patroni con le grigliate miste.
Nell'occhio del ciclone istituzioni del divertimento popolare come la Sagra dei bigoli di Carbonara, il Festival della Pappardella di Torreglia, e la Sagra del gnocco di Teolo.
Chi a evadere non riesce proprio è la quarantenne di Bassano del Grappa che, sul Corriere del Veneto dell'8 giugno, lancia questo appello: "Mio marito è violento. Qualcuno mi adotti". La donna, disperatamente in cerca di una famiglia perchè priva di soldi, ricorre a estremi rimedi dopo i mali estremi subiti sulla propria pelle: venti le denunce per intimidazioni, aggressione e tentato omicidio nei confronti dell'ex marito, che in quattro occasioni avrebbe tentato di strangolarla. Una quantità impressionante i referti medici dove si legge di vertebre schiacciate, abrasioni, ecchimosi, lesioni alle gambe.
Aria viziata, presagi nefasti. Cosicchè quando, nella notte fra il 6 e il 7 giugno, un fragore impressionante sveglia migliaia di cittadini, residenti fra l'Alto Vicentino e Rovereto, il panico scatena fughe in strada e linee del 118 intasate. C'è chi ha paura della guerra, chi del terremoto, chi di
un meteorite più grande del solito, chi dell'Apocalisse. La risposta, giunta il giorno dopo da fonti dell'Aeronautica, non risulta tra le più rassicuranti: "Boato nella notte, era un F16 decollato da Cervia" si apprende dal Corriere del Veneto dell'8 giugno. Sarebbe bastato un aereo da passeggeri russo finito fuori rotta per far schizzare un jet di pattuglia ben oltre il muro del suono? C'è chi dice mah.
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