Riuscitissima operazione di recupero dei racconti inediti di un’autrice di culto e di un personaggio molto amato. L’uomo che doveva morire raccoglie sei preziosi racconti di Mignon G. Eberhart rimasti finora sconosciuti al pubblico italiano – e poco noti anche al pubblico anglofono - estratti dalla corposa antologia Dead Yesterday and Other Stories curata nel 2007 da Rick Cypert. Questi – autore nel 2005 della biografia America’s Agatha Christie: Mignon Good Eberhart, Her Life and Works - ha raccolto il meglio delle storie della Eberhart mai fino ad allora raccolte in antologia, presentando un variopinto ritratto della scrittrice del Nebraska.

 

In questo primo estratto italiano dell’antologia, conosciamo uno dei personaggi più celebri dell’autrice: l’infermiera Sarah Keate di Chicago, autentica versione ospedaliera di Miss Marple (nata peraltro un anno dopo Sarah). «Sono una donna che non manca di determinazione e fermezza - dice di se stessa, - piuttosto robusta, dai capelli di un bel rosso vivo (salvo per certe ciocche grigie che si fanno sempre più vistose) e con un naso che, quanto a carattere, rivela un certo non so che». Il naso, infine, «decisamente aquilino».

Malgrado lavori stabilmente per un ospedale, la principale attività della donna – nata nel 1929 con il romanzo La stanza n. 18 (Patient in Room 18), più volte ristampato in Italia sin dagli anni Trenta - è quella di investigare su omicidi misteriosi, per cui spesso la polizia brancola nel buio. A volte è il capo stesso della polizia, Pat O’Brien, che chiede l’intervento della donna verso cui sa di avere un certo ascendente. Quando però qualcuno le chiede le prove di ciò che ha scoperto, la risposta di Keate è semplice: «Le trovi lei, le prove».

Il dottor Triggert è il suo capo, in perenne disaccordo con il proprio assistente dottor MacKerry. «Non che fra i due corresse cattivo sangue - spiega la Keate. - Ma il dottor Triggert era un teorico, anziano, dal carattere irascibile e litigioso, mentre il dottor MacKerry, un giovane entusiasta del suo lavoro, era a favore dei più recenti progressi della scienza».

 

Ecco in breve i cinque racconti dedicati all’infermiera-detective.

 

Il mistero del turno di notte (The Night Watch Mystery, pubblicato per la prima volta in “Mystery - The Illustrated Detective Magazine”, 20 gennaio 1933)

Il paziente della camera 7 muore ma... non sembra intenzionato ad abbandonare la sua stanza: qui infatti ogni notte avvengono strani fenomeni che terrorizzano le infermiere. Chiamata a sostituire una di esse, la signorina Keate in quattro e quattr’otto risolverà in maniera molto “terrena” un caso che aveva i connotati del paranormale.

 

Morto ieri (Dead Yesterday, pubblicato per la prima volta in “Pictorial Review”, settembre 1936)

L’infermiera Ann Smith era già sconvolta per aver perso il paziente della camera 9, ma lo scoprire che è stato ucciso da un colpo di pistola “dopo” essere morto, è troppo per lei e sviene. Sarah Keate mantiene invece il sangue freddo e comincia ad indagare, stuzzicata dal suo capo dottor Triggert.

 

L’uomo che doveva morire (Marked for Death, pubblicato per la prima volta in “Mystery - The Illustrated Detective Magazine”, novembre 1933)

Lo scienziato Ivor Sohn organizza un viaggio in pallone aerostatico per testare delle apparecchiature - in realtà tutta una trovata pubblicitaria. Malgrado venga chiamata ad accompagnarlo e ad assisterlo, Sarah Keate non potrà evitare che lo scienziato venga ucciso alla vigilia del viaggio. L’uomo aveva ricevuto minacce da alcuni gangster di Chicago, ma quando muore solo la signorina Keate capisce cosa sia realmente accaduto.

 

La tappezzeria verde e oro (Murder on the Wall, pubblicato per la prima volta in “Mystery - The Illustrated Detective Magazine”, gennaio 1934)

Pat O’Brien riceve la telefonata di una donna atterrita che chiede il coroner per un familiare morto; ma ne riceve subito un’altra in cui un uomo afferma che va tutto bene e che la telefonata precedente era un errore.  Pat si insospettisce e chiede all’amica Keate di andare all’indirizzo da cui è partita la prima chiamata e presentarsi come infermiera, se mai ci fosse davvero bisogno di assistenza sanitaria. La donna si ritroverà nel bel mezzo di uno scontro fra criminali.

 

L’albergo vuoto (The Empty Inn, pubblicato per la prima volta in “Mystery - The Illustrated Detective Magazine”, marzo 1934)

La nostra infermiera Keate è in trasferta parigina per mantenere una promessa e portare un diamante alla figlia di un uomo assassinato. Ma il viaggio in terra francese non sarà certo di tutto riposo per la donna: in un albergo sarà infatti costretta ad investigare su uno strano omicidio che la coinvolge più del previsto.

 

Chiude l’antologia un lungo racconto dedicato ad un altro dei personaggi creati dalla Eberhart: Melvina “Mel” Standish, molti simile alla precedente Sara.

 

La corda di violino (The E-String Murder, pubblicato per la prima volta in “Flynn’s Detective Magazine”, 27 marzo 1926; ristampato in “The Saint Detective Magazine”, primavera 1953)

Mel Standish ha fatto l’infermiera per vent’anni, ma lo stesso rimane sconvolta quando scopre un cadavere per strada, di ritorno da un concerto di musica classica. Nelle indagini aiuteranno Jimmy Davidson, giornalista e nipote prediletto di Mel, e il poliziotto O’Brand.

 

Grazie alla professionalità di una traduttrice-mito come Grazia Maria Griffini, la narrazione scorre lieve e divertita. Racconti classici scritti in uno stile che non dimostra i suoi ottant’anni, con soluzioni mai banali e personaggi mai piatti.

Non resta che confidare nell’intenzione della Mondadori di pubblicare anche le altre parti dell’antologia Dead Yesterday and Other Stories.