Truffe su truffe. Romance, il nuovo numero della storica rivista letteraria Maltese Narrazioni, il primo della nuova serie con la casa editrice Impressioni Grafiche, non è finito in libreria per un banale vincolo burocratico, ed è quindi reperibile solo su abbonamento. Ma questa rivista così particolare, che mescola fiction e nonfiction, interviste e reportage, sarà reperibile sugli scaffali delle librerie già dal prossimo numero, mentre il terzo della nuova serie sarà dedicato a un tema caro a ThrillerMagazine: il crimine. Abbiamo fatto due chiacchiere con il caporedattore, Marco Drago.

Cosa cambierà con il nuovo corso della rivista?

Non si sa. Di solito partiamo con grandi propositi, poi dobbiamo fare di necessità virtù... in teoria vorremmo diventare un punto di incontro di scrittori e intellettuali. Dunque, in soldoni, provare a uscire dalla gabbia degli "scopritori di talenti" e diventare uno spazio per gente che già scrive di suo. Poi anche i neofiti possono partecipare, ma non prioritariamente com'è stato in effetti per tanti anni su Maltese. Capisco che oggi è più comodo mettere su un blog piuttosto di fare la rivista cartacea, ma dopo vari tentennamenti abbiamo deciso di rimanere su carta. Vedremo...

Maltese Narrazioni privilegia la cosiddetta nonfiction. Perché?

Altra buona intenzione. Già cinque-sei anni fa avevamo invitato gli autori a cimentarsi in qualcosa che fosse scritto bene come un racconto ma che fosse un'esperienza di vita vera. Da lettori assidui di Granta abbiamo sempre trovato meravigliosi i pezzi di scrittori stranieri che riuscivano a raccontare la loro infanzia (a volte banale, a volte avventurosa) o le loro esperienze quotidiane (a volte banali, a volte avventurose) accendendo l'interesse e suscitando l'ammirazione dei lettori. Soltanto pochissimi hanno risposto positivamente al nostro invito, quasi tutti hanno continuato a scrivere fiction. Credo che fondamentalmente questo accada perché la fiction è considerata più artistica e la nonfiction viene confusa col giornalismo. Invitiamo i nostri lettori/autori a sprovincializzarsi.

Il numero di prossima lavorazione, il 36, sarà tutto dedicato alla criminalità. Come mai questa scelta?

Scelta niente affatto originale, ma i temi in realtà sono parole-guida con le quali misurarsi e non costrizioni. Maltese Criminale è già bello come titolo, ricorda Kriminal e poi è un titolo che dovrebbe spalancare le porte alla realtà (e dunque alla nonfiction). Non mi piacerebbe un numero pieno di "delitti delle ville" o di "bambini di satana". Sarebbe bello parlare di cose un po' più ampie: di mafia, appalti, politica, delle scelte criminali che peggiorano il mondo (penso alla gestione della ricerca scientifica, al proibizionismo sulle droghe e ai giudici buonisti a senso unico delle aule giudiziarie italiane).