Dopo una lunga gestazione, è nata la prima antologia italo-nipponica dove firme di alto livello di entrambe i Paesi si incontrano sul terreno comune del racconto fantastico: Urania porta infatti in edicola questo mese l’antologia Onryo, avatar di morte, una pietra miliare del brivido.
In un oscuro mondo informatico - più vicino a noi di quanto si voglia credere - non si è perso il contatto con lo spiritisimo che accompagna l’umanità dalla notte dei tempi: esseri inquietanti che la tradizione chiama Onryo si manifestano ancora.
«Sono uomini e donne morti in circostanze particolari - recita la quarta di copertina, - i cui avatar hanno conservato la capacità di fare del male.»
Curata da due nomi d’eccezione come Danilo Arona e Massimo Soumaré, impegnati anche nel ruolo di scrittori, l’antologia vede coinvolti autori italiani di spicco - Alessandro Defilippi, Stefano Di Marino, Angelo Marenzana, Samuel Marolla - mettersi a confronto con altrettanto note ed apprezzate firme giapponesi del calibro di Hiroko Minagawa, Nanami Kamon, Yoshiki Shibata e Sakyo Komatsu, quest’ultimo scomparso nel 2011.
Per parlare di questo progetto - che definire epocale epocale è davvero poco - abbiamo incontrato autori e curatori e ci siamo fatti svelare i loro segreti: rubriche/12024/
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