Cinema e televisione ci hanno fin troppo abituati a super investigatori che, al solo colpo d’occhio, sanno capire chi ha fatto cosa, quando e dove. Il nostro gusto assuefatto di spettatori ci fa quindi essere molto dubbiosi quando poi si parla di vere figure professionali che fanno di questo tipo di indagine non solo materia lavorativa ma anche didattica: ma sono così bravi come dicono questi profiler statunitensi?

Ossessioni criminali è un saggio lucido, snello ed appassionante che guida i lettore in un territorio spaventoso: la mente omicida.

Fa da cicerone un vero profiler dell’FBI, Roy Hazelwood, con esperienza quasi ventennale come membro della BSU (Behavioral Science Unit), l’Unità di scienze comportamentali che dal 1972 studia e raccoglie dati sui crimini aberranti per arrivare - nelle intenzioni - ad avere casistiche sempre più aggiornate così da poter stilare i profili degli assassini in tempi sempre più brevi.

«Il mio lavoro mi ha insegnato alcune lezioni fondamentali», mette in guardia Hazelwood. «La prima è che non esistono limiti a ciò che un individuo può fare ad altri o a se stesso. La seconda è altrettanto significativa: quando si tratta di comportamento sessuale, non vi sono limiti a quello che una persona riesce a considerare eroticamente stimolante»: con queste premesse, la lettura del saggio non sarà certo una passeggiata.

L’autore - con l’aiuto del giornalista, editore e saggista Stephen G. Michaud - ci spiega per filo e per segno la storia e le tecniche del profiling, con abbondanza di esempi tratti dalla sua lunga esperienza personale. Lungi dal ritarsi come una specie di “preveggente”, Hazelwood specifica bene che stilare il profilo di un omicida è più un’arte che una scienza. «Solo quando i tradizionali metodi d’indagine sono stati completamente sfruttati, la polizia dovrebbe rivolgersi a un profiler per aiuto.»

Per esercitare al meglio quest’arte servono molte informazioni, foto, particolari all’apparenza insignificanti e tutto quel materiale che solamente un organo di polizia ufficiale può fornire: ecco perché, specifica l’autore, raramente ha lavorato per privati, e anche in quei casi solo se autorizzato dalle forze di polizia: non esistono “giustizieri solitari” in questo campo!

«Nel mondo delle menti ottenebrate, l’oscurità è davvero senza limiti», ricoda Hazelwood, e i casi da lui presentati sono davvero più terribili di qualsiasi film o cronaca si possa aver visto o di cui si sia sentito parlare. Il profiler deve cogliere quegli elementi che possano essere simboli della mente e del modus operandi dell’assassino per poi stilare plausibili previsioni di chi potrà essere il colpevole, oppure in ambito processuale per confermare o smentire una perizia già eseguita.

Una lettura inquietante, visto il tema trattato, ma illuminante e utile anche se non si è del settore: dopo aver letto Ossessioni criminali sicuramente si potranno meglio giudicare le storie di profiler in TV!