Prigioniero delle parole è un racconto giallo che è stato tra i vincitori della terza edizione di Subway Letteratura, una curiosa iniziativa editoriale che consiste nello stampare su carta reciclata 3000 copie di ciascuno dei racconti selezionati e distribuirli gratuitamente, in originali juke-box letterari, nelle stazioni metropolitane di Milano, Roma e Napoli.
L’opera, scritta da un giovane di 28 anni della provincia di Modena, Lorenzo Trenti, appartiene al genere del “thriller semiotico” il cui tema è la comunicazione e il gioco di parole.
Con questo componimento, l’autore mette in guardia il lettore sull’importanza della scrittura e sui pericoli che questa pratica comporta per gli autori.
Sviluppato con grande ironia e con un’ottima prosa e scritto in modo sapiente e avvincente il racconto presenta personaggi degni dei migliori romanzi noir. Il protagonista infatti è un anatomopatologo che, in una Modena che ricorda più una metropoli americana che una tranquilla cittadina dell’Emilia Romagna, investiga su di un serial killer che uccide giornalisti.
Il finale imprevedibile lascia il lettore spiazzato e gli fa comprendere l’importanza che per l’autore hanno le parole. L’idea di fondo è originale, c’è molto umorismo e il testo è davvero ben congegnato.
La prefazione di Oliviero Ponte di Pino, famoso critico teatrale, introduce alla perfezione il racconto che, per chi non riuscisse a procurarsi il supporto cartaceo, può essere letto online
L’unico neo è forse la brevità del testo che se fosse stato sviluppato in più pagine sarebbe stato di sicuro ancora più avvincente e coinvolgente.
Nonostante tutto l’opera è al di sopra della media per trama e stile.
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