Ian Lancaster Fleming è stato un "fashion addicted" con una passione per gli abiti di Saville Row. Ecco da dove deriva lo stile di James Bond. Purtroppo il nostro amato romanziere prima del grande successo dei suoi romanzi era un giornalista che non poteva certo permettersi finanziariamente sarti di questo livello; l'alternativa fu quella di farsi confezionare i suoi completi nella vicina e meno blasonata Cork street, decisamente più economica. Ecco il motivo perché 007 era vestito con abiti di altissimo livello. Fleming dette forma ai dettami stilistici che lui sognava per se stesso come un vero proprio codice di classicità che avrebbe resistito ad ogni capriccio delle mode e dei tempi moderni. L'abito blu di Alpaca o di Serge a seconda delle stagioni, la camicia di seta bianca, la cravatta di maglia nera, calzini blu accompagnati da mocassini Church di color nero perfettamente lucidati, alternati nella versione sportiva per un match di Golf, da scarpe Saxone con giacca a vento nera con pantaloni blu, camicia di cotone Sea Islands Thurnbull & Asser di colore blu o bianca. Ecco confezionato ad arte il Bond Style! Quando poi le avventure di 007 approdarono al cinema nel 1962 con "Dr.No", ci pensò un regista vero gentleman in tutti i sensi a modellare e a seguire le indicazioni date da Fleming. E' celebre presso tutti gli appassionati l'agire di Young con il "grezzo" Connery accompagnato dal suo sarto personale Anthony Sinclair che creò appositamente per lui l'abito "Conduit Cut" di lana blu dai riflessi grigi. In "Goldfinger", "Thunderball", la svolta fu decisamente "fashion", e in "Al Servizio segreto di sua Maestà" il regista Peter Hunt volle dare un tocco personale vestendo George Lazenby con blazer dai colori vivaci e giacche sportive. Nei primi anni '70 con l'entrata in scena di Roger Moore, lo stile venne decisamente stravolto con abiti dal taglio sportivo e scelte cromatiche alla moda per l'epoca come il marrone. Il sarto voluto da Moore era colui che lo seguiva anche privatamente: stiamo parlando del londinese Cyril Castle. Negli anni ottanta con Timothy Dalton specialmente nel film "Vendetta Privata" debuttò l'abito a tre pezzi dai colori più morbidi (pastello) proposti dalla costumista Jodie Tillen. Nel 1995 la saga di James Bond ritrova a mio parere, una collocazione stilistica che riporta 007 all'idea originaria voluta da Fleming: la classicità. Brioni fa realizzare al Maestro Angelo Petrucci in collaborazione con Lindy Hemmings, un guardaroba di eccezionale bellezza ed eleganza. Pierce Brosnan sarà l'ultimo attore della saga a ridare splendore con la celebre Maison abruzzese al Bond Style completamente assente nell'attore Daniel Craig, molto bravo artisticamente ma privo totalmente di eleganza e di quella raffinatezza che rendono l'attuale Bond un eroe che vive grazie alla passione di milioni che accorrono in massa ad ogni uscita cinematografica, attesa sempre come l'arrivo del "Messia" sulla terra. Ecco perché spero ardentemente da accanito Fan, di vedere un film di livello stilistico decisamente più "UP" e raffinato di "Quantum of Solace", un prodotto confezionato in fretta e furia per incassare denaro. Lo 007 del cinquantesimo anniversario merita orizzonti stilistici ben più consoni al mito.
Ian Fleming, mai senza abito blu e camicia bianca
Fleming dette forma ai dettami stilistici che lui sognava per se stesso come un vero proprio codice di classicità che avrebbe resistito ad ogni capriccio delle mode e dei tempi moderni
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Rubrica My British Bond
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