Con l’ispettore Henry Arnold e l’amico geniale Desmond Merrion…
Nel buio della galleria di Miles Burton, Polillo 2010.
Miles Burton è lo pseudonimo di Cecil John Charles Street che ha scritto una serie incredibile di romanzi polizieschi (anche quattro all’anno!), noti soprattutto per il personaggio di Lancelot Priestely, ex professore di matematica applicata che risolve i casi più difficili postigli all’attenzione dall’ispettore Hanslet.
Il personaggio che troviamo in questo romanzo è, invece, Desmond Merrion, collaboratore di Scotland Yard e, come tutti (o quasi) i romanzi del nostro, è costituito da una trama rompicapo dove i vari attori sono come “pezzi degli scacchi mossi da un abile stratega”.
Giovedì 14 novembre il treno delle cinque di Cannon Street sta imboccando il Blackdown Tunnel, una galleria di circa due miglia e mezzo. A metà i freni vengono azionati con forza, il capotreno William Turner, per controllare eventuali inconvenienti, risale i corridoi fino ad arrivare all’ultima carrozza di prima classe, occupata da un solo signore che sembra stia sonnecchiando. All’arrivo alla stazione lo scuote gentilmente ma cade di lato. E’ morto. Morto ammazzato con il cuore trapassato da un proiettile. Si tratta di Sir Wilfred Saxonby di Helverden, noto magistrato.
Il treno ha rallentato per via di luci rosse viste dal macchinista nella galleria e ha ripreso la sua marcia dopo l’apparizione di una luce verde. Ad occuparsi del caso l’ispettore di Scotland Yard Henry Arnold, “una persona decisamente metodica”, che sarà poi coadiuvato dall’amico Desmond Merrion, criminologo dilettante (e dunque più furbo di lui).
Dapprima si pensa al suicidio, poi anche ad un possibile assassinio attraverso qualche indizio che può portare a questa pista, tra cui uno strano signore con barbetta osservato sul treno. Merrion “Quello che mi piace di questo caso è l’equilibrio delicato degli indizi” a favore o a sfavore dell’una o dell’altra possibilità.
Vari sospettati, un continuo sviscerare, analizzare, interrogare, dubbi (il portafoglio è o non è della vittima? Perché manca il biglietto ? ecc…), uno scambio di opinioni serrato tra i due amici, il pensare e ripensare, il controllare e ricontrollare. Praticamente un viaggio nella elucubrazione di dati e teorie, poco spazio dato alla caratterizzazione dei personaggi appena sbozzati. Ciò che conta è l’indagine in sé e per sé, il mistero da risolvere. Merrion ad un certo punto afferma che “siamo di fronte alla più incredibile cospirazione di cui abbia mai sentito parlare in vita mia, E diabolicamente ingegnosa, oltre tutto”.
Una storia fascinosa e nello stesso tempo fin troppo complicata soprattutto nella preparazione ed esecuzione del delitto che, per voler meravigliare a tutti i costi, a volte lascia perplesso anche il lettore stagionato (leggi sottoscritto).
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