Fårö, cinquecento ettari di isola nel Mar Baltico contraddistinti da raukar, le suggestive pietre calcaree che si sposano perfettamente con un paesaggio quasi lunare. Un unico ponte la collega alla grande isola Gotland, da cui dipende a livello amministrativo.
Nel mondo cinefilo è conosciuta perché fino alla morte fu la casa-rifugio del regista Ingmar Bergman, che non solo la comprò ma vi ambientò anche molti film immortali (come per esempio Persona o Come in uno specchio). È anche meta ambita da campeggiatori e villeggianti nei periodi estivi: a tutto si pensa, tranne ad associarla ad una nerissima storia di omicidio.
Ci pensa la giornalista e romanziera svedese Mari Jungstedt con questo suo quinto romanzo - ma il primo ad arrivare in Italia - a tingere di giallo questa celebre isola. È proprio un villeggiante del camping di Sudersand ad aprire il romanzo, un campeggiatore che esce di mattina presto per una salutare corsa immerso nella natura... e finisce con un proiettile in fronte.
Karin Jacobsson e Martin Kihlgård - personaggi fissi della serie di romanzi della Jungstedt, arrivati quest’anno in patria a quota nove - dovranno sfidare la calura estiva, la mancanza di personale e il naturale panico dei villeggianti per indagare su un caso che è tutt’altro che facile.
Parallelamente, Johan Berg non si lascia sfuggire l’occasione di uno scoop giornalistico che potrebbe aprire le porte ad una luminosa carriera.
Ma chi è in realtà l’uomo assassinato? Vittima della sfortuna di trovarsi nel posto e nel momento sbagliato, o l’assassino cercava proprio lui? Cosa c’è nel suo passato per giustificare questa fine?
Le indagini saranno meno facili del previsto, e Karin dovrà affrontare più di qualche scartoffia burocratica.
In questa dolce estate è un giallo da apprezzare sia per il ritmo serrato e sincopato dello svolgersi degli avvenimenti, sia per la bellissima cornice naturalistica dove l’autrice ha deciso di ambientare la storia. Le coste dell’isola di Bergman e del Gotland - dove l’autrice passa le sue estati - si possono ora accostare anche al colore giallo.
Un’ultima parola merita il fatto che l’autrice, nei ringraziamenti, dedica una parola alla traduttrice italiana Anna Airoldi, «per aver trasposto le mie parole in un "dolce" e preciso italiano».
Ecco in chiusura il booktrailer:
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