A volte ritornano. E non è solo il caso di Montorsi e Mushmar, gli sbirri protagonisti di Infect@ e Toxic@, giusto?
A tornare, oltre a loro, è tutta una città, Milano. Ma radicalmente diversa da come l'avevamo lasciata in "Infect@". Sette anni sono bastati a renderla... un porto di mare, immersa com'è, tra le pagine di "Toxic@", nei residui allucinatori dei cartoon, un vero e proprio magma freddo che occupa circa un terzo della sua superficie, alla periferia est della metropoli. E naturalmente a tornare è tutta la banda animata, che per l'occasione avrà però anche numerose new entries. Quanto alla coppia Montorsi-Mushmar, il loro sporco lavoro alla S.C.E. - Sezione Crimini Efferati della Polizia di Stato, non si era completato in "Infect@". E ora hanno decisamente qualche grana in più...
Quali sono i personaggi seriali a cui ti sei ispirato e/o sei più affezionato?
Limitandomi agli (anti)eroi della carta stampata, direi quattro: Takeshi Kovacs di Richard K. Morgan; Jack Randall di Michael Marshall Smith, Hugo Cornelius Toorop di Maurice D. Dantec e Avery Cates di Jeff Somers. Tutti protagonisti di almeno un paio di storie borderline tra science fiction e noir.
A parte vederlo ancora in vita, disegnarne l’evoluzione, quali sono gli aspetti più positivi di avere a che fare con la serialità di un personaggio?
Credo che per un autore avere la possibilità di sviluppare e dipanare un personaggio su più storie rappresenti un'opportunità straordinaria. Personalmente non mi sono mai sentito tanto appagato come quando mi è stato chiesto da Urania di dare una seconda chance/avventura alla premiata ditta Montorsi & Mushmar: ma è accaduto anche con Gregorius Moffa nei due romanzi brevi de "L'algoritmo bianco" o col ciclo steampunk di Mondonove, per 40k Books, sviluppatosi al momento su tre titoli: "Cardanica", "Robredo" e "Chatarra". Parlando di personaggi, il racconto o il romanzo singolo sono l'equivalente di un appuntamento o se vogliamo di una botta e via; con la serialità subentra una sorta di innamoramento, la storia acquista una dimensione di maggior coinvolgimento e complicità reciproca per tutti, autore e protagonisti. Diventa "compromettente" anche sul piano di quello che si dà e si riceve l'un l'altro... E questo non ha prezzo.
E i rischi?
Il rischio principale è avere un feeling con il personaggio senza però più riuscire a consegnarli una storia tra le mani. Insomma, vivere nelle pagine da separati in casa. E' un rischio che probabilmente autore e personaggio corrono con il logoramento del rapporto, alla stregua di una qualsiasi coppia che non ha più niente da dirsi...
Per quella che è la tua esperienza personale, è più fruttuoso e interessante dare serialità sia ai personaggi che all’ambientazione o solo a quest’ultima?
Ribadisco, per me non c'è nulla come creare un personaggio e vederlo stare in piedi sulle proprie gambe, accendere un feeling nel lettore, creare con lui complicità. Certo, anche l'ambientazione può creare un'alchimia simile con chi fruisce una storia, ma è il tratto umano ad avere, credo, le potenzialità maggiori di legarsi al lettore. E questo perché in un personaggio che piace ci si tende a immedesimare, si vede se stessi. Per quanto coinvolgente e ben delineata possa essere un'ambientazione, questa non agirà mai su un simile "interruttore". L'ideale, certo, sarebbe operare su entrambi i fronti, umano e ambientale. Con "Infect@" & "Toxic@" credo di esserci almeno in parte riuscito...
È qualche anno ormai che spopolano le serie televisive. Per certi versi contribuiscono a tenere in vita il giallo/thriller/noir e la fantascienza, generi che rientrano nel genoma di Infect@ e Toxic@. Pensi che una simile cura ricostituente – e cioè a base di “pillole a puntate” – sia auspicabile anche per la letteratura? Attecchirebbe sulla sonnolenta, distratta e settaria popolazione di lettori italiana?
Sono convinto che la serialità sia una sorta di scorciatoia, la più semplice, per legare una storia a chi ne fruisce a diverso titolo, lettore o spettatore. Un escamotage, che peraltro si è sempre usato anche in tempi non sospetti, quando erano le collane dei paperback a fidelizzare il "cliente" alimentandone curiosità e attese. Certo, con la fiction televisiva la serialità è stata eretta a sistema, è diventata marketing. E anche il cinema, con sequel, prequel e spin off, ha in parte assimilato la lezione. Staremo a vedere che cosa accadrà con gli ebook, dai quali credo che possa arrivare un ulteriore rilancio del concetto di serialità: storie brevi, sincopate, da sviluppare in più "capitoli chiusi", per andare incontro ad esigenze di lettura che - complice il nostro ritmo di vita - si stanno profondamente modificando. Auspicabile? Perché no?
Prendiamo un esempio: Valerio Evangelisti, che ha portato avanti personaggi come Eymerich e Pantera. È sopravvissuto ed è andato avanti anche perché dalle edicole è finito nelle librerie e viceversa. A quando un +toon sullo scaffale?
Bella domanda, ma non è a me che devi porla. Io ci metto il prodotto, il compito di fare questo tipo di scelte spetta ad altri, al marketing prima di tutto. Valerio è passato dall'edicola agli scaffali delle librerie in tempi meno grami per la fantascienza: e lo ha fatto grazie anche alla peculiarità delle sue storie, basate molto di più su connottati storico-fantastici che non fantascientifici in senso stretto. Ed è proprio questo che mi tiene viva la speranza: "Infect@" & "Toxic@" sono romanzi profondamente borderline, li si può guardare dal lato SF, ma anche da quello noir. L'ibridazione e la contaminazione tra generi possono essere eccellenti motivi di riscatto, non trovi?
Chi sarà il prossimo della tua banda ad andare avanti?
Dal punto di vista strettamente cronologico, il Ciclo di Mondonove, che avrà presto un quarto titolo e che soprattutto sbarcherà a brevissimo sul mercato americano con la traduzione in inglese del primo capitolo - "Cardanica" - e la curatela di un autore d'eccezione: Paul Di Filippo, il papà riconosciuto dello steampunk. "Infect@" & "Toxic@" entreranno per un po' in stand by, ma non è affatto escluso che qualcosa si possa muovere in futuro anche su quel fronte. Del resto, gli spin off continuano: del ciclo dei +toon sono già stati scritti una decina di racconti apparsi (o in via di pubblicazione) qua e là: sulla mia antologia "Infected Files" (Delos Books), ma anche sui prossimi Urania e Robot. Grazie della chiacchierata TM, alla prossima e stay tuned!
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